L’antiquariato è design. Di giovani. Per giovani

L’obiettivo di Amart, la fiera promossa dall’Associazione Antiquari Milanesi, è appassionare i giovani al collezionismo dell’antico, passando anche attraverso i social e un dj set

Giovani antiquari che espongono ad Amart: da sinistra, Federico Bulgarini (Ars Antiqua), Tomaso Vigorelli (Dalton Somarè), Alice Bosoni (Galleria Bosoni), Luca Turchet (Galleria Turchet), Camilla Pescetta (Galleria Pescetta), Valeria Ricci (Art Gallery Studio Ricci), Isabella Danesini Giovanella (Ghilli Antichità), Isabella Balzarini (Giglio), Gerolamo Vigorelli (Dalton Somarè), Francesco Bulgarini (Ars Antiqua), Alessandra Giglio (Giglio), Federico Cortona (Galleria Cortona) e Andrea Mastromauro (Mastromauro Japanese Art). Foto Maki Galimberti
Ada Masoero |  | Milano

Dopo i risultati lusinghieri dello scorso anno, Amart-Arte a Milano, la fiera d’antiquariato promossa dall’Associazione Antiquari Milanesi guidata da Domenico Piva, torna, dall’8 al 12 maggio, nel Palazzo della Permanente. E torna con la precisa missione di accendere l’interesse per l’antiquariato anche nelle nuove generazioni.

Sebbene, come sostiene Piva, «il dualismo tra generazioni diverse ci sia sempre stato, anche all’inizio degli anni Settanta del ’900. Già allora i giovani, salvo una piccola nicchia, si interessavano piuttosto al design, che era però espressione del loro tempo, mentre oggi chi compra pezzi di design, compra (a caro prezzo) il gusto dei propri genitori se non dei nonni. Acquistare un pezzo antico induce invece a “immedesimarsi” nel gusto di chi lo commissionò all’epoca e quindi, se appena ci s’informa sulla sua storia, sui suoi passaggi di proprietà e così
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