L’antico torna di moda a Cremona
La casa d’aste francese Millon ha tenuto la sua prima asta in Italia, realizzando un totale di 1,5 milioni, con l’88% di venduto

Conferme e anche qualche sorpresa per la prima asta organizzata in Italia da Millon, a Cremona. A essere dispersa il 27 settembre è stata la collezione a lungo custodita in una prestigiosa dimora del centro di Cremona e realizzata con competenza da una coppia di appassionati d’arte nell’arco di trent’anni, a partire dagli anni Sessanta. Circa 130 i lotti in catalogo con una selezione colta e non consueta di dipinti, molti non visibili sul mercato da mezzo secolo o più e alcuni conosciuti esclusivamente attraverso riproduzioni in bianco e nero, ma anche mobili, tappeti e oggetti databili fra il XV e il XIX secolo. La vendita ha portato un realizzo (di martello) di 1,5 milioni di euro, con l’88% dei lotti venduti.
La notifica non ha fermato la corsa di «Popolani all’aperto», tela di grande impatto per dimensioni ed espressività pittorica che ha conquistato il gradino più alto del podio, a quota 275mila euro (150-250mila la stima iniziale). L’opera, che descrive con uno schietto naturalismo il mondo dei più poveri, è riferibile ad autore anonimo lombardo o veneto del primo Settecento, ed è stata fra i lavori più ammirati durante la recente esposizione alla mostra dedicata a Giacomo Ceruti a Brescia. Ottimo esito anche per l’inedito (e notificato anch’esso) polittico su fondo oro di Angiolillo Arcuccio, pittore attivo a Napoli fra 1464 e 1492, balzato da una stima di 60-80mila a un’aggiudicazione per 220mila.
Non hanno deluso le aspettative anche due significative interpretazioni della lezione caravaggesca come «Salomè con la testa del Battista» di Battistello Caracciolo che ha raggiunto 110mila euro (da 50-60mila) e «La negazione di Pietro», di un anonimo, probabilmente francese, attivo a Roma fra 1615 e 1625, battuta a 82mila euro (da 35-40mila). La notifica non ha invece giovato a Boccaccio Boccaccino, il cui olio su tavola storicamente importante è rimasto invenduto, ritirata infine l’imponente pala d’altare di Palma il Giovane.
Qualità, freschezza delle opere, giuste stime hanno senz’altro concorso a un complessivo buon risultato, anche negli arredi. Grande exploit ad esempio per un tappeto Kechan che ha polverizzato le valutazioni di 1.500-2.500 per trovare un acquirente a 100mila euro, mentre due cassettoni a ribalta lombardi, della seconda metà XVIII secolo, hanno più che quadruplicato la stima alta di 4mila per essere battuti a 17mila euro.