L’anno di Luca Signorelli comincia a Orvieto
In anticipo sul quinto centenario della morte del pittore, già da fine dicembre l’Opera del Duomo darà il via alle celebrazioni

«Fu Luca Signorelli pittore eccellente, e nel suo tempo era tenuto in Italia tanto famoso e l’opre sue furono in tanto pregio, quanto nessuno in alcun tempo sia stato», così rammenta Giorgio Vasari nelle Vite. Tra le sue realizzazioni più note è il ciclo di affreschi dipinto all’interno del Duomo di Orvieto nel volgere di pochi anni a partire dal 1499 dove, sempre richiamandosi al Vasari, il pittore venne chiamato «da gli operai del Duomo di Santa Maria», vale a dire i responsabili a quel tempo dell’Ente che aveva e ha la cura della Cattedrale, e vi realizzò: «Tutte le istorie de la fine del mondo: invenzione bellissima, bizzarra e capricciosa».
Nel 2023 verranno celebrati i cinquecento anni dalla morte di Signorelli (Cortona, Ar, tra il 1445 e il 1450-1523) e l’Opera del Duomo di Orvieto ha presentato le iniziative che intende portare avanti, a partire dagli ultimi giorni di dicembre e quindi con leggero anticipo rispetto all’inizio dell’anno signorelliano (che verrà celebrato in particolar modo nella città natale del pittore e a Città della Pieve e Todi, Ndr).
È stato realizzato il documentario «E vidi un cielo nuovo e una terra nuova» con la partecipazione di Mario Tozzi, accanto alla lettura storico-artistica e teologica dell’opera ne viene proposta un’altra attenta alle tematiche ambientali. Le prime due restano imprescindibili e prevalenti, ma gli affreschi di Luca Signorelli continuano a parlare a sensibilità nuove. Il documentario, diretto da Igor Molino Padovan, sarà scaricabile attraverso un Qr-code posizionato su totem interattivi distribuiti nei punti di accesso e di maggiore interesse della città e, nei mesi a venire, con ogni probabilità in altri centri italiani.
Un’iniziativa ulteriore è costituita dall’allestimento dello spettacolo teatrale «L’oltremondo» affidato alla compagnia Lombardi-Tiezzi: un testo, scritto appositamente da Fabrizio Sinisi, che verrà interpretato da Sandro Lombardi all’interno del Duomo nel prossimo autunno.
Da marzo a ottobre è previsto, inoltre, un ciclo di conferenze legato a tematiche che scaturiscono dall’esame degli affreschi della Cappella di San Brizio. Negli incontri si alterneranno storici dell’arte, teologi e filosofi. Tra i primi sono previsti interventi di Cristina Galassi, Tom Henry, Francesco Federico Mancini e Antonio Natali che ha contribuito a stilare il programma delle iniziative. Ricca sarà anche la proposta musicale con l’organo monumentale della Cattedrale come protagonista.
