L’anatomia dal Rinascimento a oggi
Al Getty Museum installazioni, video e sculture 3D illustrano il rapporto tra arte e scienza nel corso dei secoli

Nel 1543 il fiammingo Andreas van Wesel, noto anche come Andrea Vesalius o Andrea Vesalio, considerato il fondatore dell’anatomia moderna, pubblicò a Venezia il primo libro di anatomia della storia, De humani corporis fabrica libri septem. L’opera, che conteneva una ricchissima serie di illustrazioni e disegni del corpo umano, fu apprezzatissima dall’imperatore Carlo V d’Asburgo, di cui Vesalio diventò medico di corte.
Ma divenne presto anche popolarissima e prezioso strumento di studio sia tra gli scienziati e i medici che tra gli artisti del pieno Rinascimento. L’anatomia, in realtà, attraverso le dissezioni dei cadaveri era già da tempo oggetto di studio da parte dei geni del primo Rinascimento (Leonardo e Michelangelo su tutti), nonché aspetto fondamentale della formazione degli artisti che intendevano riprodurre con fedeltà la figura umana.
Ora questo rapporto strettissimo tra scienza e arte è l’oggetto della mostra «Flesh and Bones: The Art of Anatomy»in corso al Getty Museum di Los Angeles dal 22 febbraio fino al prossimo 10 luglio. L’esposizione esplora il tema attraverso i secoli, dal tardo Rinascimento del XVI secolo fino ai nostri giorni; mentre in contemporanea alla mostra, con lo stesso titolo viene anche pubblicato dal Getty Research Institute un volume corredato di 150 immagini a firma di Monique Kornell. Attraverso illustrazioni di reali dimensioni e installazioni che si avvalgono dell’impiego di proiezioni video e sculture tridimensionali e dell’uso di un’ampia varietà di media, la struttura anatomica dell’uomo svela così in questa mostra tutti i suoi segreti.