L'amicizia è un fiore fatato: le lettere di Paola Drigo a Bernard Berenson

La copertina del volume
Luca Scarlini |

Paola Drigo (1876-1938) ha un profilo specialmente inciso nella letteratura degli anni Trenta in Italia, e meriterebbe una maggiore diffusione, come ora sta tentando di fare la casa editrice padovana Il Poligrafo. Il suo maggiore risultato narrativo è Maria Zef, una cupissima parabola di vita contadina e sfruttamento, che tratta con mano lieve vicende tremende (l’opera venne portata in televisione negli anni ’70 da Vittorio Cottafavi).
Bernard Berenson aveva specialmente apprezzato un racconto dell’autrice comparso su «Pan», rivista diretta dal suo amico Ugo Ojetti. Si trattava della memoria di una proprietaria terriera anziana, che aveva molto di autobiografico. Da quell’apprezzamento nasce un fitto epistolario, in cui la narratrice sta all’altezza di altre compagne di penna dell’illustre Bibi, come Clotilde Marghieri, di cui uscì negli anni Ottanta da Rusconi la silloge Specchio doppio.
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(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

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