L’ambiguità della modernità

Margherita Criscuolo |

Ralph Rugoff, direttore della Hayward Gallery di Londra, è il curatore ospite della 13ma Biennale di Lione, aperta dal 10 settembre al 3 gennaio: l’obiettivo è reinterpretare e riformulare il termine «moderno». La sfida è stato lanciata dal direttore artistico della Biennale, Thierry Raspail. Rugoff ha selezionato le opere di 33 artisti da 28 Paesi per la mostra centrale della Biennale, «La Vie Moderne». Nomi affermati e ospiti fissi alla Biennale, come Jeremy Deller ed Ed Ruscha, espongono accanto a figure meno note come la polacca Anna Ostoya e la drammaturga Hannah Hurtzig. «Il “moderne” del titolo non si riferisce al Modernismo ma ha il significato di “recente” o “nuovo”, spiega Rugoff. La Biennale si concentra su opere che indagano il momento presente come una sorta di palinsesto nel quale si riuniscono varie storie e traiettorie. Sono opere attraverso le quali momenti del passato si collegano al
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