L’altra Charlotte: al di là del design
Alla M77 di Milano, fotografie di montagna e nature morte si mescolano ai ritratti dei due più stretti amici di Perriand, Le Corbusier e Fernand Léger

Che Charlotte Perriand (Parigi, 1903-1999) sia stata una designer geniale è provato dagli arredi che progettò, da sola e, tra il 1927 e il 1937, con Le Corbusier (Charles-Edouard Jeanneret) e il cugino Pierre Jeanneret nel loro studio parigino di 35 di Rue de Sèvres (anche l’iconica chaise longue LC4, che porta le iniziali del celebre architetto, è in realtà un suo progetto).
Che fosse anche una donna anticonformista è documentato dalle sue scelte di vita e da una foto (la fotografia era l’altra sua grande passione, con il design) che nel 1930 la ritrae di schiena, a torso nudo, in atteggiamento trionfante e liberatorio fra le amate montagne della Savoia. Proprio intorno alle sue fotografie (meno note dei pezzi d’arredamento ma non meno innovative) è costruita la mostra «Charlotte Perriand. L’avanguardia è donna», curata da Enrica Viganò con Archives Charlotte Perriand, Admira e Cassina, che M77 le dedica sino al 25 settembre.
Fotografie di montagna si mescolano ai ritratti dei suoi due più stretti amici, Le Corbusier e Fernand Léger (1933) e alle immagini della serie che lei definiva «Art Brut» (niente a che vedere con quella teorizzata nel 1945 da Jean Dubuffet): nature morte essenziali realizzate con oggetti trovati sulle spiagge della Normandia, come il magnifico scatto «Vertebre de poisson» del 1933 esposto nella mostra.
Al piano superiore, il video inedito di Jacques Barsac «Creer l’habitat au XXe Siecle»(1985) e una selezione di paesaggi naturali e urbani realizzati in Croazia e Inghilterra, a Parigi e in Giappone. Qui visse tra il 1940 e il 1946 assorbendo e reinterpretando nei suoi progetti di design i princìpi del loro abitare: pezzi d’arredamento oggi prodotti in esclusiva da Cassina, di cui sono esposti alcuni esempi, frutto evidente della lezione delle avanguardie europee e del multiculturalismo che lei anticipò e praticò sin dagli anni ’30 del ‘900.