L’alfabeto di Nanda Vigo

Al Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona un allestimento delle opere dell’artista milanese curato con il suo Archivio da Alberto Fiz e Mara Folini

Una veduta dell’allestimento della mostra di Nanda Vigo al Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona. © Foto Studio1, Ascona
Ada Masoero |  | Ascona

Artista, architetta e designer, attiva sin dal 1959 con un proprio atelier a Milano, dove strinse amicizia con Lucio Fontana, Piero Manzoni, Enrico Castellani, e legata agli artisti del Gruppo Zero, con cui espose più volte, Nanda Vigo (Milano, 1936-2020) è stata una pioniera sia nell’intrecciare un rapporto stretto tra arte e design sia nel creare spazi «immersivi», oggi così attuali.

Fino al 25 giugno il Museo Comunale d’Arte Moderna le dedica «Nanda Vigo. Alfabeto cosmogonico» (catalogo Magonza), curata con il suo Archivio milanese da Alberto Fiz e Mara Folini. La mostra accoglie i visitatori con la scultura luminosa «Neverended Light», per proseguire con un’indagine su alcuni suoi progetti architettonici, da quelli «immersivi» come «Scarabeo sotto la foglia» (questo, con Gio Ponti) a quelli, ricostruiti qui da disegni originali, per il «Monumento ai morti del Vajont» e per le «Torri cimiteriali» (anni Sessanta).

La sua ricerca più nota è però quella dei «Cronotopi» (fusione dei concetti di tempo e spazio): in mostra ne figurano quattro esempi, dal 1959 in poi, con i loro vetri attraversati dalla luce cangiante nelle diverse ore del giorno, oltre all’«Ambiente Cronotopico» (1968) e, al piano superiore, alla grande «Parete cronotopica», destinata a rimanere qui. Con l’«Alfabeto cosmogonico», i cui specchi «si appropriano» dell’ambiente circostante, ci sono altre opere e storici pezzi di design (dalla lampada «Golden Gate» alla sedia «Due più»). In chiusura, gli omaggi ai suoi maestri: Ponti, Fontana e il compagno Manzoni, uniti nell’opera «Light Progression, Trilogy».

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