L’800 della collezione Di Persio

Una fondazione-museo con un corpus di oltre 240 opere di arte italiana e francese

Particolare di un'opera di Gustave Courbet, conservata nella collezione Di Persio, nella foto di Gino Di Paolo
Giorgio D'Orazio |

Ubicato su viale Gabriele d’Annunzio a Pescara, una delle principali strade cittadine, il palazzo degli anni Venti che ospitò la Banca d’Italia ha da poco cambiato volto. Acquisito e ristrutturato con un notevole sforzo economico e dopo una lunga battaglia giudiziaria con alcune istituzioni locali, il palazzo è quasi pronto per essere consegnato alla fruibilità collettiva nelle vesti della Fondazione Museo voluta dai coniugi Di Persio. L’emergenza Coronavirus ha ritardato l’apertura, ma l’allestimento è andato avanti.

Il percorso articolerà la collezione raccolta in più di trent’anni dall’imprenditore e mecenate Venceslao Di Persio assieme alla moglie Rosanna Pallotta. La nuova istituzione culturale gestirà dunque un corpus di oltre 240 opere dell’Ottocento italiano e francese, la cui rilevanza ha spinto Vittorio Sgarbi a suggerire il nome di Museo dell’Ottocento.

Decine e decine di lavori dei più importanti pittori dell’epoca, studiati, individuati e acquisiti in diversi Paesi per un grande progetto espositivo permanente che crea un collegamento tra la Scuola di Barbizon e le Scuole napoletane, tra giganti della pittura come Gustave Courbet, Antonio Mancini, Charles-François Daubigny, Rosa Bonheur, Giuseppe De Nittis, Théodore Rousseau, Domenico Morelli, Constant Troyon, Michele Cammarano, Georges Michel, Francesco Paolo Michetti, Jules Dupré, Michele Tedesco, Narcisse Dìaz de la Peña, solo per citarne alcuni.

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