Klinger alla Pinakothek der Moderne

Nel centenario della morte una celebrazione del «Michelangelo tedesco»

«Adamo» (1880) di Max Klinger (particolare), incisione e acquatinta da «Opus II. Eva e il futuro», Monaco di Baviera, Staatliche Graphische Sammlung
Francesca Petretto |

Monaco di Baviera. La mostra della Pinakothek der Moderne curata da Andreas Strobl e Nino Nanobashvili vuole essere un assai esclusivo omaggio a uno dei nomi immortali dell’arte made in Germania, quel Max Klinger (1857-1920) chiamato dai suoi contemporanei nientemeno che il «Michelangelo tedesco», in occasione del centenario della morte. In effetti, a tutti pare di conoscerlo anche se non si è subito capaci di ricordarne un’opera in particolare e/o di riconoscerne subito il marchio di fabbrica non appena si ha occasione di vederne un lavoro.

Max Klinger è stato vera icona per più di una generazione di artisti tedeschi, punto di riferimento di molti grandi del XX secolo, come Käthe Kollwitz, Max Ernst e Max Beckmann che soprattutto alla sua produzione da incisore si sono ispirati. Le sue innovazioni e neocreazioni in questa disciplina artistica lo mettono alla pari col grande vate dell’arte in
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