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Kabuki, geishe e fantasmi

Dopo aver curato lo scorso anno due mostre del programma per i 150 anni delle relazioni tra Italia e Giappone e aver ricevuto un pubblico riconoscimento quale esperta d’arte giapponese dal Ministero degli Esteri del Giappone, Rossella Menegazzo cura all’Ara Pacis una mostra di circa 200 opere (in realtà 100 a rotazione, per motivi conservativi legati alle xilografie policrome) dedicata a «Hokusai. Sulle orme del maestro» (catalogo Skira).

Dal 12 ottobre al 14 gennaio sono visibili sia pezzi famosissimi come la «Grande onda» (in due versioni) della serie delle «Trentasei vedute del monte Fuji», che tanta influenza ebbero anche in Occidente dagli impressionisti in poi, sia opere di alcuni dei principali artisti successivi che, partendo dalla sua lezione, diedero nuova linfa ai filoni dell’ukiyoe, genere di stampa a matrice in legno di grande successo nel periodo Edo.

I soggetti variano dai paesaggi, animali e fiori ai ritratti di attori kabuki, guerrieri, bellezze femminili, persino fantasmi, animali ed esseri semileggendari. Diversi i formati e le tecniche, i dipinti a inchiostro e colore su rotoli verticali od orizzontali, le xilografie policrome, i raffinati surimono usati come biglietti augurali, inviti, calendari per eventi e incontri, cerimonie del tè e altro.

Esposta anche la serie completa di 15 volumi di manga di Hokusai, schizzi e disegni stampati a inchiostro nero, che servirono da modelli per i giovani artisti, oltre alle opere di svariati suoi allievi diretti e indiretti, tra cui Keisai Eisen, per la prima volta presentato in Italia.

Federico Castelli Gattinara, 07 ottobre 2017 | © Riproduzione riservata

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Kabuki, geishe e fantasmi | Federico Castelli Gattinara

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