König nella bufera: anche Bonvicini lascia la galleria

Diversi artisti abbandonano la galleria tedesca dopo le accuse di cattiva condotta sessuale mosse al suo fondatore Johann König

König Galerie di Berlino
Kabir Jhala |  | Berlino

La galleria König di Berlino, con sede anche a Seul, ha annunciato all’inizio del mese di non rappresentare più l’artista italiana con sede a Berlino Monica Bonvicini. Alla fine di ottobre Bonvicini ha «messo in pausa» il suo rapporto con la galleria fino a quando le accuse di cattiva condotta sessuale rivolte al suo fondatore Johann König, pubblicate per la prima volta in agosto dal quotidiano tedesco Die Zeit, non saranno «risolte», ha dichiarato una portavoce della Bonvicini in un comunicato.

Meno di due settimane dopo questo annuncio, la galleria ha dichiarato via Instagram, in un post ora cancellato, visto da The Art Newspaper, che avrebbe abbandonato del tutto la rappresentanza della Bonvicini per «proteggerla» dalla conseguente tempesta mediatica. La decisione di non interrompere completamente i legami con König era stata accolta con critiche online da diverse personalità del mondo dell’arte berlinese.

Il 10 novembre, un gruppo anonimo chiamato Soup du Jour ha pubblicato una lettera pubblica, indirizzata a Bonvicini, intitolata Meglio straziantemente tardi che mai. La lettera critica, tra l’altro, la dissonanza tra la pratica femminista della Bonvicini e la sua apparente riluttanza a separarsi completamente dalla galleria.

Il rappresentante legale di Johann König, uno dei più importanti commercianti tedeschi, nega tutte le accuse mosse al suo cliente. Il mese scorso un tribunale regionale di Amburgo ha ordinato a Die Zeit di eliminare alcune frasi incriminate dal suo articolo. Il 25 ottobre il giornale ha ripubblicato una versione modificata dell’articolo originale.
Monica Bonvicini. Foto di Martin Bahler
Il mese scorso la Bonvicini ha firmato con Tanya Bonakdar, che ora la rappresenterà in Nord America. L’artista non ha voluto commentare se questa mossa sia collegata al suo allontanamento da König. L’artista continua a essere rappresentata anche da Peter Kilchmann a Zurigo, Krinzinger a Vienna e Raffaella Cortese a Milano.

Bonvicini è protagonista di una grande mostra personale alla Neue Nationalgalerie di Berlino, che si aprirà questa settimana. Un rappresentante di König ha dichiarato ad ArtNews che la galleria non ha sostenuto questa mostra. Le edizioni delle opere di Bonvicini sono state rimosse dal negozio della galleria nel vasto spazio espositivo di Berlino.

Ma se è vero che Bonvicini è l’unica artista a collegare ufficialmente il suo allontanamento dalla galleria alle accuse mosse a Johann König, non è però l’unica ad averla lasciata. Recentemente, alcuni artisti della galleria sono scomparsi dal suo elenco in modo meno pubblico.

Nelle ultime 48 ore, il duo di artisti scandinavi con base a Berlino Elmgreen & Dragset è stato silenziosamente rimosso dal sito web della galleria. Il duo ha confermato in un’e-mail a The Art Newspaper di non essere più rappresentato da König, ma di non voler commentare ulteriormente la questione.

All’inizio di questa settimana, anche il nome della pittrice-scultrice tedesca Katharina Grosse è stato rimosso dal sito web della galleria. Non è stato possibile contattare la Grosse per un commento, nonostante i continui tentativi di contattarla tramite il suo studio e la galleria Gagosian.

Anche altri artisti hanno salutato la galleria negli ultimi mesi, alcuni anche prima che le accuse fossero pubblicate da Die Zeit. Tra questi, Camille Henrot, che ha vinto il Leone d’argento alla Biennale di Venezia del 2013, e la londinese Amalia Pica. Henrot e Pica sono state contattate da The Art Newspaper attraverso le loro gallerie (rispettivamente Hauser & Wirth e Herald Street) ed entrambe hanno confermato di non essere più rappresentate da König.  Nessuna delle due ha voluto rilasciare ulteriori commenti sulle ragioni del loro abbandono della galleria.

A questi nomi si aggiunge pure la scultrice Helen Marten, vincitrice del Turner-Prize. Lei, così come il pittore di Brooklyn Trey Abdella, ha lasciato la galleria. Un portavoce della galleria König, interpellato sulle ragioni di questi fatti, afferma: «La galleria non commenta le “partenze” degli artisti e non lo ha mai fatto nei suoi 20 anni di storia».

All’inizio del mese il marchio di abbigliamento berlinese Souvenir Official ha rilasciato una dichiarazione pubblica su Instagram prendendo le distanze sia da Johann König che dalla galleria König. In un post del brand su Instagram si afferma che la breve collaborazione con König , nel maggio 2017,  si è conclusa a causa di quelli che vengono definiti «conflitti personali e commerciali»,  tra cui «il disallineamento dei valori e il comportamento trasgressivo».

Il suo fondatore, David Mallon, che si descrive come un ex partner commerciale di Johann König, afferma di essersi sentito in dovere di fare questa dichiarazione alla luce delle note accuse. «Molte persone pensano ancora che lo sosteniamo, è importante per noi smentire tutto questo».

A tal proposito, un rappresentante della galleria König afferma: «Le accuse di Souvenir Official non sono corrette. Dato il lungo lasso di tempo, è veramente sorprendente che ci vengano rivolte solo ora e solo pubblicamente, tramite Instagram».

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