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Julia Margaret Cameron, Florence Henri, Francesca Woodman

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Julia Margaret Cameron, Florence Henri, Francesca Woodman

Julia, Florence e Francesca: a Napoli la fotografia al femminile

Chiara Coronelli

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Napoli. Curata da Giuliano Sergio e promossa dal Polo Museale della Campania, in collaborazione con Incontri Internazionali d’arte e la Galleria Massimo Minini, la mostra «L’arte del femminile. Julia Margaret Cameron, Florence Henri, Francesca Woodman», in corso a Villa Pignatelli (fino al 1° maggio), propone un dialogo immaginario tra l’opera delle tre artiste, attive a cinquant’anni di distanza una dall’altra (vissute rispettivamente tra 1815 e 1879; 1893 e 1982; 1958 e 1981).
Le novanta immagini esposte, trenta per ognuna di loro, si collocano su una linea che oltre a rimarcare l’enorme contributo portato dalle donne alla storia e allo sviluppo della fotografia, va a cercare una visione condivisa per quanto radicata in epoche diverse e lontane. Dall’età vittoriana della seconda metà dell’Ottocento, al fervore culturale nella Parigi degli anni Venti, sino al clima di crisi dei Settanta, le loro singole voci si ritrovano a parlare di corrispondenze profonde, di autonomia espressiva, di una sensibilità che si prova «in una continua indagine identitaria attraverso il medium fotografico».

Oltre ogni linguaggio, da quello morbido e pittorialista dei ritratti preraffaelliti della Cameron, a quello avanguardista e lucido di Henri, fino all’autobiografia dolorosa confessata nel corpo messo a nudo nelle scene performative della Woodman, ci si trova davanti a un obiettivo anticonformista e libero, che ha bisogno di sperimentare e non teme di guardare dentro di sé, mentre ci rivela come il ruolo della donna sia cambiato in un secolo e mezzo di storia, così come lo sguardo su di lei e il modo stesso di percepirsi. È proprio «la visione che la donna costruisce di se stessa attraverso l’obiettivo fotografico» che si può seguire lungo tutto il percorso, a partire da tre artiste che hanno saputo rielaborare la propria contemporaneità e la propria inquietudine per tradurle in direzioni inedite da affidare a nuovi tempi.

Julia Margaret Cameron, Florence Henri, Francesca Woodman

Francesca Woodman, «Space 2. Providence, Rhode Island», 1976

Chiara Coronelli, 22 marzo 2017 | © Riproduzione riservata

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