Joséphine ed Eugène de Beauharnais nel loro Buen retiro

Dopo 25 anni di chiusura al pubblico, il Castello di Bois-Préau celebra i suoi più gloriosi proprietari

Il Castello di Bois-Préau. © Simon Lerat pour la RMN | Grand Palais
Giovanni Pellinghelli del Monticello |  | Rueil-Malmaison

Si è appena completato il restauro dello Château de Bois-Préau, nel complesso della Malmaison (dal 1799 al 1814, anno della sua morte, residenza privata dell’imperatrice Joséphine de Beauharnais). Originariamente feudo dell’Abbazia di St. Denis, Bois-Préau fu acquistata nel 1696 da Frédéric Léonard, stampatore ufficiale del Re, che su quei 17 ettari di terreno (ancora oggi la dimensione del parco) fece costruire fra 1697 e 1700 una piacevole dimora di campagna, con giardini alla francese e giochi d’acqua.

Venduto una prima volta nel 1747, nel 1765 il nuovo proprietario «Marquis de Prié» (il piemontese Hercule-Antoine Turinetti di Priero, 1717-81) fece rimodernare il castello con leggiadrie rococò dall’architetto Claude Bacarit. Ceduto nel 1774 al banchiere Louis Julien, la figlia Anne-Marie per anni si rifiutò di vendere Bois-Préau alla vicina Joséphine de Beauharnais che solo con la morte della Julien nel marzo 1808 poté finalmente estendere la tenuta di Malmaison con l’acquisto di Bois-Préau il 29 gennaio 1810: prezzo 200mila franchi, dono di Napoleone, ex-marito fresco di divorzio.

Joséphine utilizzò Bois-Préau come dépendance della Malmaison, conservandovi 7.500 volumi della sua biblioteca, gli archivi e parte della sua collezione di storia naturale e affidando la riprogettazione del parco al paesaggista Louis-Martin Berthault, il cui lavoro fu però interrotto dalla intempestiva morte dell’Imperatrice il 29 maggio 1814 (polmonite: perché sempre troppo scollata nel tourbillon di festeggiamenti nella Parigi occupata dagli alleati che avevano sconfitto Napoleone).

Il figlio Eugène de Beauharnais continuò ad occuparsi di Bois-Préau fino alla morte nel 1824 ma la vedova Augusta-Amalia di Baviera lo rivendette nel 1828. Nel 1853 il domain passò al barone, banchiere, filantropo e melomane Édouard Rodrigues-Henriques, che ne fece sì una piccola Arcadia per musicisti e scrittori: Fromental Halévy, Georges Bizet, George Sand, Alexandre Dumas padre, ma demolendo nel 1854 gli interventi settecenteschi di Bacarit e affidando la ristrutturazione all’architetto Alfred-Louis Feydeau, zio del più celebre commediografo Georges.

Ma erano pietre senza pace: Rodrigues-Henriques morì nel 1878 e nel 1879 le figlie vendono la tenuta a Benoît Jouvin, direttore e comproprietario del quotidiano «Le Figaro». Seguono ennesime compravendite, finché nel 1920 Bois-Préau giunge nelle mani amorevoli dei coniugi americani Edward Tuck e Julia Stell: di politica stirpe repubblicana lui, «Dollar Princess» (ereditiera) lei, che nel 1926 donano Bois-Préau alla Réunion des Musées Nationaux per riunirla alla Malmaison.

Dopo 25 anni di chiusura al pubblico, il castello di Bois-Préau celebra fino al 9 gennaio i suoi più gloriosi proprietari: Eugenio e la madre imperatrice Josephine, con la mostra «Eugenio di Beauharnais, un principe europeo», che illustra in dettaglio la vita di colui che fu viceré d’Italia seguendo, nel fil rouge delle sue residenze a Parigi, Milano (Palazzo Reale e Villa Reale a Monza) e infine Monaco di Baviera, la sua passione per le scienze e le molte opere d’arte che gli appartennero, oggi per l’occasione prestate da tutta Europa a cominciare dalle collezioni private di re Carlo Gustavo XVI di Svezia e del Duca di Baviera, dal Louvre e da Versailles, dall'Hôtel de Beauharnais (residenza dell’ambasciatore tedesco a Parigi), dal Palazzo Reale di Milano (con la cui collaborazione la mostra è realizzata), dal Castello di Arenenberg dove risiedette Hortense, sorella di Eugène, così ritrovando, fra corrispondenze e confronti, opere di artisti iconici dell’età Impero: da Antoine-Jean Gros, François Gérard, Jean-Baptiste Isabey ad Andrea Appiani, Giovanni Battista Comolli, Gaetano Manfredini e Karl Joseph Stieler.

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