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Chiara Coronelli
Leggi i suoi articoliEsposto dal 13 febbraio all’Eastman Museum di Rochester, «Birds of the West Indies» prende il titolo dalla ricerca pubblicata nel 1936 dall’ornitologo James Bond (Ian Fleming, birdwatcher e lettore di Bond, avrebbe chiamato il suo agente segreto con il nome dello studioso).
L’artista americana Taryn Simon parte da qui per comporre un lavoro in due parti che ricalca il criterio tassonomico del trattato. Si comincia con il catalogo di automobili, armi, congegni e Bond girls che si ritrovano puntualmente nei film di James Bond tra 1962 e 2012; segue «Honey Ryder (Nikki van der Zyl) 1962», in cui la Van der Zyl recita alcune battute degli oltre 12 personaggi femminili, in 9 pellicole, cui ha prestato la voce: a ribadire come intercambiabilità e iterazione garantiscano l’illusione narrativa e il suo potere.
Nel secondo capitolo la Simon assume il ruolo del Bond ornitologo, classificando 331 uccelli apparsi per caso nelle riprese di 25 film e affiancandoli a oggetti che gli sono appartenuti.
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