Istanbul. La conducibilità chimica, il collegamento neuronale, l’effetto benefico dello iodio sull’uomo, quello distruttore sui microchip, il salario, le grandi vie dei commerci e la condivisione sulla tavola che si trasforma in legame di amicizia, il mare che inghiotte i naviganti. E poi, ovviamente, il Bosforo e i Dardanelli. Sono molteplici e pluridirezionali gli stimoli offerti da Saltwater, l’acqua salata, appunto, il tema tracciato da Carolyn Christov-Bakargiev insieme al suo comitato e alle sue «alleanze», come ama chiamare i suoi collaboratori, per la 14a edizione della Biennale di Istanbul.
Le sfumature e le suggestioni si espandono per i diversi quartieri della città, per un totale di 36 sedi, declinate da circa ottanta artisti. Così come il mare si insinua nella topografia della città, separando e connettendo le diverse aree e le diverse culture, gli appuntamenti della biennale si ... (l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)