Irving Lavin, padre putativo degli studi berniniani

Ad alcuni giorni dalla morte lo ricorda lo storico dell'arte Francesco Petrucci

Francesco Petrucci e Irving Lavin nel 2014, con un busto di Antonio Coppola
Francesco Petrucci |

La recente scomparsa di Irving Lavin (Saint Louis, Missouri, 14 dicembre 1927-Princeton, New Jersey, 3 febbraio 2019), ha privato il mondo culturale americano del più autorevole esegeta dell’arte italiana rinascimentale-barocca e gli studi berniniani del loro padre putativo, lasciandoli orfani.

Non c’è dubbio che dopo l’esemplare catalogazione sulla scultura berniniana di Rudolph Wittkower (1955) e l’innovativa apertura totalizzante di Maurizio e Marcello Fagiolo (1967), il suo volume Bernini and the Unity of the Visual Arts (1980) costituisca il più importante contributo contemporaneo all’analisi della visione estetica berniniana nella sua complessità.

La piena coscienza critica del metodo iconologico, dell’importanza dell’analisi storicistica e documentaria, senza trascurare i fondamenti della visione puro-visibilistica, lo hanno portato a sviluppare un’analisi innovativa e insuperata,
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