Irma Blank: pittrice e scrittrice

Una monografica al Castello di Miradolo rende omaggio all’artista tedesca recentemente scomparsa

Irma Blank nel suo studio, Milano, 1977. Foto di Maria Mulas
Veronica Rodenigo |  | Torino

Con «Irma Blank. Tra segno e silenzio», il Castello di Miradolo fino al 26 novembre celebra l’artista tedesca recentemente scomparsa che ha posto al centro del suo lavoro «una scrittura non verbale» trasformando la pittura in segno.

Originaria del nord della Germania (Celle, 1934) a metà degli anni Cinquanta giunge in Sicilia con il marito italiano: un’esperienza di sradicamento che si rivelerà alla base del suo lavoro.

«Libero la scrittura dal senso e metto in evidenza la struttura, l’ossatura, il segno nudo, il segno come tale che non rimanda ad altro che a sé stesso. Rimanda al serbatoio energetico, alla spinta iniziale, la spinta sorgiva, al desiderio di rivelarsi, di uscire dal luogo della notte, segreto, chiuso. Traccia di pura energia. È la parte portante, la parte perenne, universale, non più legata a nessuna lingua in particolare. Scrittura non verbale, scrittura che rimane in silenzio, verità originaria», affermava l’artista, scrittrice prolifica coinvolta anche in gruppi di poesia italiana d’avanguardia.

Irma Blank utlilizza non solo la carta ma diversi supporti e giunge a prediligere il blu per tracciare, attraverso diverse tecniche (pastello, china, penna biro, serigrafia, acquerello, olio e acrilico) quella che Dorfles ebbe a definire «scrittura asemantica». La partecipazione a Documenta 6 nel 1977 le varrà l’inserimento in una rete internazionale mentre nello stesso anno effettua la prima registrazione sonora del disegno e compie le sue prime azioni in uno spazio pubblico, applicando abusivamente i suoi fogli di «Trascrizioni» sui muri della metropolitana di Milano.

La proposta che dialoga con le sale storiche del Castello di Miradolo si sviluppa in tre nuclei tematici: le opere, i libri d’artista e la documentazione fotografica e video. Il percorso di visita comprende inoltre un’installazione sonora dedicata, a cura di Avant-dernière pensée, e il progetto didattico «Da un metro in giù».

Con questa mostra, inoltre, Fondazione Cosso celebra i suoi 15 anni di attività con un nuovo format espositivo denominato «atempo», che consente in alcune sue sale piccoli ma significativi omaggi temporanei ad artisti o a momenti della storia dell’arte che, per le loro peculiarità, ricerche o poetiche, si legano all’identità del luogo e alle sue differenti anime.

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