In Romagna un’apocalisse di melma
Undici morti, alcuni dispersi, oltre 10mila gli sfollati. Complicato, per ora, accertare eventuali danni ai monumenti storici

Un’autentica apocalisse di melma, di morti e dispersi, di miliardi di euro di danni con intere campagne ricoperte dall’acqua fuoriuscita da fiumi e torrenti. La situazione in Romagna (ma fino a Bologna, come vedremo) è tragica: i morti sono 11, ma ci sono alcuni dispersi mentre sono oltre 10mila gli sfollati.
Al momento 42 comuni della Regione sono interessati dall’alluvione che sta dando una piccola tregua nel momento in cui scriviamo; 21 tra fiumi e torrenti sono esondati mandando sott’acqua l’autostrada A14 tra Faenza e Forlì così come i centri di città medie e piccole come quelle citate oltre a Cesena, Bagnacavallo, Savignano sul Rubicone, Sant’Arcangelo di Romagna, Lugo, Ravenna fino a Rimini e Riccione, dove al momento sono completamente devastati i lidi che erano pronti per l’inizio della stagione estiva.
Complicato, per ora, accertare eventuali danni ai monumenti storici. A Forlì, invasa dall’acqua, da tre giorni è chiusa la mostra «L’Arte della Moda» ai Musei di San Domenico anche se fortunatamente la sede è stata risparmiata dalle esondazioni e dalle forti piogge. Tutti chiusi ovviamente i musei di Faenza, Museo delle ceramiche e Palazzo Milzetti in testa.
La sua direttrice Elena Rossoni dice: «Palazzo Milzetti è stato appena sfiorato dall’acqua che a Faenza è arrivata in centro storico. Stiamo monitorando la situazione e da noi c’è sempre un presidio di sicurezza: per poco l’acqua non è arrivata al museo, ma ci sono dipendenti alluvionati». Sempre a Faenza, le forti piogge e il fango avevano fatto danni ingenti già a inizio maggio alla storica Bottega ceramica Gatti, aperta nel 1928 da Riccardo Gatti.
Gravissima la situazione anche a Ravenna, dove il museo archeologico Classis di Classe è divenuto un centro di raccolta degli sfollati: «La notte tra mercoledì e giovedì», spiega Francesca Masi, neodirettrice della Fondazione RavennAntica, «è andata bene. Vedere il nostro museo pieno di persone, circa 800, con almeno 150 loro cani, ed essere riusciti ad accogliere tutti nella bellezza del nostro patrimonio è stato molto emozionante. Molti cittadini che questa mattina hanno potuto rientrare nelle proprie abitazioni ci hanno salutato con un arrivederci e la promessa di tornare vestiti a festa qui in visita».
Tanta solidarietà e tanta organizzazione, basti pensare che al Classis, essendo finite le brandine, per accogliere più sfollati sono arrivati i lettini dagli stabilimenti balneari della costa. A Bologna, ieri, faceva impressione vedere un fiume d’acqua «correre» lungo via dell’Archiginnasio davanti alla storica biblioteca, al lato di San Petronio fino a lambire Palazzo Re Enzo. Molti enti ieri e oggi sono rimasti chiusi.
Tra loro i Musei civici e il MAMbo: «Siamo rimasti chiusi», spiega il direttore del MAMbo Lorenzo Balbi, «mercoledì 17 e giovedì 18 maggio mentre riapriamo con i consueti orari venerdì 19. Lo ha deciso il caposettore cultura del Comune al fine di consentire le attività di ripristino dopo le situazioni di emergenza che si erano create in varie zone della città. Molti dipendenti hanno operato da casa».
Sempre a Bologna invece non hanno chiuso le strutture museali di Genus Bononiae mentre sono saltate iniziative come a esempio quella prevista giovedì 18 alla Pinacoteca Nazionale di Bologna dov’era in programma la presentazione di un dipinto appena acquisito: la «Sacra famiglia con i santi Giovannino, Orsola e Mattia» di Ludovico Carracci. Sempre nel capoluogo chiuse anche biblioteche e alcune strade lungo i colli a causa del rischio frane.
Al momento in cui scriviamo oltre 3.100 persone hanno trovato accoglienza presso sedi allestite dai vari comuni interessati: 2.500 nel ravennate, 420 nel bolognese, 200 nel forlivese-cesenate e 7 nel riminese. Per domani intanto è confermata l’allerta rossa per criticità idrauliche sulla pianura e sulla collina bolognese; su bassa collina, pianura e costa romagnola. Arancione invece per montagna romagnola, oltre che per collina emiliana centrale, pianura modenese e ferrarese. La Regione Emilia Romagna ha attivato un conto corrente per gli aiuti: Iban IT69G0200802435000104428964.