Weekend di primavera | Sporgersi dalla costa scoscesa di Castelpetroso

Itinerari sorprendenti vicino a casa

Il santuario di Maria Santissima Addolorata di Castelpetroso
Marco Riccòmini |  | Castelpetroso (Is)

A mezza via tra Formia e Vasto, ossia nel mezzo dello stivale quasi alla caviglia, sta il Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso. Siete in pieno Molise, una dozzina di chilometri a sud di Isernia, e mentre guidate con aria spensierata (il gomito fuori dal finestrino, l’aria tra i capelli) strabuzzate la vista. Perché, tra i campi di grano, svettano due guglie gotiche bianche come zucchero filato. «Il Duomo di Milano!», esclamereste, se foste al cospetto della Madunina. Oppure, «il piccolo Duomo di Milano!», se foste di Roma, giacché somiglia tanto a quel gioiello neogotico che è la Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, sul lungotevere Prati.

E infatti l’architetto è lo stesso: quel Francesco Gualandi di Bologna che, sul finire dell’Ottocento e anche dopo, si guadagnava da vivere disegnando chiese gotiche e sognando, forse, di potersi cimentare in un castello, tipo quello di Neuschwanstein, completato negli stessi anni nei quali si cominciava il Santuario molisano. «Ah, se solo Isernia avesse avuto un Ludovico di Baviera!», andava ripetendo ad alta voce Francesco, sporgendosi dalla costa scoscesa del crinale su cui sorge il santuario. Avrebbe sognato d’esser chiamato alla corte che so, d’un Don Rodrigo, ma gli sarebbe andato bene anche un notaio locale, purché avesse manie di grandezza. E, invece, dovette accontentarsi d’erigere un santuario là dove, si racconta, la Madonna apparve a due contadine alla ricerca di una pecorella smarrita.

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