In Italia il reato di «furto d’arte» non è previsto
Abbiamo leggi inadeguate per reprimere e punire i reati contro il patrimonio culturale: pene risibili, impostazione obsoleta. Basta pensare alla anomalia più clamorosa: il reato di «furto d’arte» non è previsto. Per la legge è uguale rubare un Raffaello o un’auto usata. Tra i delitti più comuni contro i beni culturali è lo scavo clandestino di reperti archeologici, piaga gravissima, attività fiorente, spesso collegata al crimine organizzato, che porta con sé altri reati: esportazione e commercio illecito di reperti. Rari gli arresti (solo in flagranza) per queste attività criminali che valgono molte decine di milioni di euro all’anno e sono distruttive per l’archeologia e per la sua conoscenza.
Scavare illegalmente è di per sé considerato un reato, ma «residuale». Il Codice dei Beni culturali (art. 175) prevede la condanna massima a un anno di detenzione e una ammenda da 310 a 3.099 euro con attenuanti e
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