Impressionisti peculiari

In mostra a Palazzo Albergati opere dal Musée Marmottan Monet

Berthe Morisot nel ritratto donatole da Édouard Manet. © Musée Marmottan Monet, Paris / Bridgeman Images
Valeria Tassinari |  | BOLOGNA

Grandi occhi scuri, tanto intensi da bucare il velo del tempo, una bellezza spettinata e fuori dai canoni, affilata e pallida come l’iconografia di una musa rock un po’ fosca: così ci appare Berthe Morisot nel ritratto che Édouard Manet le donò, ritagliando il busto da una tela di più ampie dimensioni, per la quale la modella prediletta aveva posato stesa su un divano. Era il 1873, l’Impressionismo stava nascendo e lei, amica degli artisti antiaccademici, c’era fin dall’inizio, non solo come musa ma, soprattutto, come pittrice.

Benché il format della mostra «Monet e gli Impressionisti. Capolavori dal Musée Marmottan Monet di Parigi» allestita fino al 14 febbraio a Palazzo Albergati non sfugga alla consolidata struttura blockbuster (paesaggi, nevicate, ninfee e immancabile gioco di megaproiezioni a effetto immersivo), è pur vero che il corpus di cinquantasette opere prestate dal museo, molte delle quali mai esposte altrove, presenta tra i «soliti noti» alcune particolarità significative.

Tra queste l’attenzione all’opera di Berthe Morisot, della quale figurano ben sette dipinti di suggestiva bellezza, come la «Donna con ventaglio»: una sinfonia di bianchi, che risuonano di luce, in un momento di pausa del ballo elegante, e uno sguardo femminile nero e assorto nel guardare altrove. Promossa con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Bologna, la mostra è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con il Musée Marmottan Monet di Parigi e curata da Marianne Mathieu, direttore scientifico del Museo.

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