Il viaggio verso l’ignoto di Lucio Saffaro

Al pittore, scrittore, poeta e matematico triestino è dedicata una mostra a Palazzo Fava - Genus Bononiae

«Basilkades (opus XXXV)», 1957 di Lucio Saffaro
Stefano Luppi |  | Bologna

Il triestino Lucio Saffaro (1929-98), pittore, scrittore, poeta e matematico, è una figura eclettica e forse non così noto, anche tra gli studiosi. La sua produzione artistica, avvicinabile a nessuna delle principali correnti artistiche del secondo dopoguerra, ne fa un artista poco classificabile anche perché dai tempi della prima rassegna personale, curata nel 1962 da Francesco Arcangeli alla galleria dell’Obelisco di Roma e seguita comunque da un’altra quarantina di occasioni espositive, la diffusione della sua opera è rimasta piuttosto circoscritta nonostante Saffaro stesso l’abbia affiancata da una produzione scientifica come il saggio «Teoria dell’inseguimento» (Parigi, 1986).

Oggi la possibilità di studiarne l’opera, caratterizzata da soggetti indissolubilmente legati a un’altra sua «anima», il mondo della matematica e della geometria presente sulle due dimensioni sovente attraverso teoremi logico-prospettici raffigurati da elementi costruttivi, è data dalla personale «Viaggio verso l’ignoto, Lucio Saffaro», curata da Claudio Cerritelli e Gisella Vismara e visibile in Palazzo Fava - Genus Bononiae dal 26 maggio al 24 settembre. Lungo il percorso dedicato all’artista che nel 1945 si trasferì a Bologna dove morì sono ordinati 87 lavori, 37 olii su tela, 34 litografie e 16 disegni, realizzati dalla poco nota fase giovanile fino agli ultimi anni di vita con le sue poliedriche forme sempre diverse.

Dopo i giovanili esempi degli anni ’50, con figure enigmatiche e architetture misteriose nella produzione dei due decenni successivi, Saffaro approfondisce sempre più il rapporto tra arte e scienza che ne classifica l’opera, caratterizzata da strutture matematiche e ritmi costruttivi dalle forme irrazionali. La mostra illustra anche la compostezza geometrica di talune opere che in alcuni casi si allargano a forme irrazionali legate al sogno, argomenti su cui si dilunga anche il documentario «Lucio Saffaro. Le forme del pensiero», realizzato nel 2014 da Giosuè Boetto Cohen che conclude il percorso

© Riproduzione riservata
Calendario Mostre
Altri articoli di Stefano Luppi