Il sorriso dell’egolatra
Autoritratti metamorfici, sculture entomologiche e una tartaruga in piazza in una mostra «ubiqua» di Jan Fabre
Voglio diventare quello di cui vivo diventando quello che voglio modificandomi, liberandomi di sensazioni ed emozioni ormai note, cercando un corpo nuovo», scrive Jan Fabre, artista visivo e autore e regista teatrale nato ad Anversa quasi 58 anni fa, che a Firenze, nella notte tra il 22 e il 23 aprile scorso, ha trovato le sembianze di un verme. Ha strisciato con le braccia legate al corpo da un nastro adesivo, lungo quella Piazza della Signoria dove fino al 2 ottobre si imporrà la sua scultura in bronzo lucidato a specchio «Searching for Utopia» (2003), autoritratto a cavallo di una tartaruga.
A pochi passi di distanza, ai piedi di Palazzo Vecchio, un «altro» Fabre in bronzo al silicio, «The man who measures the clouds (American version, 18 years older)» (1998-2016), accoglie i visitatori che
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