Il sogno dell’umanità lungo la Senna

Zervan Rasoul, 13 anni, ha ritratto riflessa in uno specchio la tendopoli che lo ospita
Graziella Melania Geraci |

Parigi. Lungo la banchina della Senna, di fronte al Musée d'Orsay, tra il Louvre e il Pont Royal, fino al 12 ottobre, campeggiano su 370 metri i volti e gli sguardi dei rifugiati del progetto Rêve d’Humanité, presentato dal fotogiornalista franco-iraniano Reza.
Sul lungo murale fotografico si susseguono le immagini scattate durante circa trenta anni di attività di Reza in qualità di fotoreporter (anche per il National Geographic che gli ha dedicato un film) e come operatore dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati; la sua è un’umanità varia, colorata e la cui bellezza si percepisce proprio nella diversità e nelle situazioni di difficoltà.
Accanto a Reza, nella prima parte del percorso fotografico, ci sono i ritratti dei rifugiati di Ali Bin Thalith, parte del progetto Faces.
Ma in «Rêve d’Humanité», sostenuta da Hamdan bin Mohammed bin Rashid Al Maktoum International
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(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

© Riproduzione riservata Amer Abdulah, 15 anni, ha concentrato la propria attenzione su un coetaneo intento a scrivere per terra alla luce di una lanterna Uno scatto di Maryam Husien Uno scatto di Amer Abdulah Le scarpe congelate fotografate da Maya Rostam, tredicenne rifugiata siriana
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