Il silenzio è finlandese

Esko Männikkö , «Organized Freedom 106», 2004, stampa a colori a getto d’inchiostro dalla serie Organized Freedom
 ©Esko Männikkö
Giovanni Pellinghelli del Monticello |  | Reggio Emilia

Fino al 27 settembre la Collezione Maramotti espone una selezione di fotografie di Esko Männikkö a sottolineare le «affinità elettive» fra la sua ricerca e la Collezione. Al centro della sua poetica, l’artista finlandese, classe 1959, pone la fusione compostiva di elementi sostanziali e formali: il tempo quale presenza e assenza (soggetto dell’opera) da un lato, e la luce e la composizione come strumenti espressivi, dall’altro.

Männikkö indaga oggetti, luoghi, persone e stili di vita a lui familiari ma universaliPerfino le cornici (recuperate nei mercatini o realizzate su misura con legno di riuso) intervengono a dare alle sue opere qualità tonali, compositive e luministiche di sospensione metafisica. in cui sono state ritrovate eco della ritrattistica rinascimentale e dei dipinti di Vermeer.

Männikkö (fotografo autodidatta, a lungo ostracizzato dalle tendenze di ricerca e scuole di fotografia tradizionali) indaga oggetti, luoghi, persone e stili di vita a lui familiari ma universali, in
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