Il ritorno di O’Keeffe al MoMA dopo 77 anni

I 120 fogli dell’artista americana ne ripercorrono oltre quarant’anni di carriera e ne rivelano l’anima astratta

«Evening Star No.III» (1917) di Georgia O’Keeffe, New York, The Museum of Modern Art. © 2022 Georgia O’Keeffe Museum/Artists Rights Society (ARS), NY
Elena Franzoia |  | New York

Con la mostra «Georgia O’Keeffe: To See Takes Time», allestita dal 9 aprile al 12 agosto, il MoMA non solo propone per la prima volta le serie di opere su carta dell’artista (1887-1986), ma colma anche un’assenza espositiva che data dalla pur importante retrospettiva del 1946, per il celebre museo il primo grande evento dedicato a una donna.

Oltre 120 opere, tra cui disegni e acquerelli raramente esposti al pubblico e numerosi capolavori delle collezioni del museo, ripercorrono più di quarant’anni di carriera grazie alla selezione di Samantha Friedman (curatore associato del Dipartimento Disegni e Stampe del MoMA) con Laura Neufeld ed Emily Olek. «I lavori su carta di O’Keeffe sono la perfetta dimostrazione della sua convinzione che vedere richiede tempo, afferma Friedman. L’artista riconobbe la necessità di rallentare la propria stessa visione e, di conseguenza, le sue sequenze di disegni ci invitano a prenderci più tempo per osservare».

Carboncino, acquarello, pastello e grafite sono le tecniche che hanno permesso a O’Keeffe non solo di esplorare forme, fenomeni e ritmi del mondo naturale, ma anche di scegliere la tecnica più adatta per l’opera finale. Da alcune di queste sequenze sono infatti nati dei dipinti, esposti accanto alle opere preparatorie.

Ben documentate in mostra anche le varie fasi di una fascinazione di Georgia O’Keeffe per carboncino e acquarello che ne abbracciò l’intera carriera, a partire da astrazioni, paesaggi organici e ritratti negli anni della formazione (1915-18) per giungere alle serie dedicate ai fiori negli anni Trenta, ai ritratti negli anni Quaranta e alle vedute aeree negli anni Cinquanta.

Tra le opere più significative spiccano il carboncino «No. 8 - Special (Drawing No. 8)» del 1916 e la serie di acquerelli «Evening Star», (1917) ispirata alla luminosità del cielo texano. Con la sua commistione di astrazione e figurazione, «Drawing X» (1959) è invece la testimonianza dell’impatto rivoluzionario che ebbe su O’Keeffe la vista del paesaggio dall’aereo, tanto da spingerla a partire per un viaggio di tre mesi.

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