Il restauro espone di nuovo sé stesso a Ferrara

Dopo la parentesi del Covid-19 e l’edizione speciale dello scorso settembre alla Fiera del Levante di Bari, il Salone Internazionale del Restauro torna nella città estense dove è nato nel 1991

Stefano Luppi  |  | Ferrara

Dopo la parentesi del Covid-19 e l’edizione speciale dello scorso settembre alla Fiera del Levante di Bari, il Salone Internazionale del Restauro torna nella città estense dove è nato nel 1991. La XXVII edizione si svolge presso l’Expo di Ferrara dall’8 al 10 giugno e, come di consueto, propone un ricco cartellone di iniziative legate a economia, conservazione, tecnologie e valorizzazione dei beni culturali e ambientali, secondo un programma definito dagli espositori, un centinaio, cui si aggiungono partner ormai storici come il Ministero della Cultura e Assorestauro.

Al Salone approda anche la Restoration Week, un tour tra i principali cantieri di restauro di Lombardia ed Emilia-Romagna rivolto a una quarantina di delegati internazionali provenienti da 14 Paesi non solo europei che poi al Salone, in spazi curati dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla Agenzia-Ice, si confronteranno su storia, tecniche e problematiche del restauro italiano. Tutela e restauro sono particolarmente d’attualità quest’anno in cui ricorrono i cinquant’anni della vandalizzazione che l’australiano di origine ungherese László Tóth compì sulla «Pietà» di Michelangelo nella Basilica di San Pietro colpendola con 12 martellate.

Tra gli appuntamenti in agenda meritano una segnalazione particolare i convegni dedicati a interventi in emergenza e prevenzione del rischio, le linee guida per la progettazione dei depositi di beni colpiti da calamità naturali, il restauro della «Resurrezione» di Piero della Francesca a Sansepolcro, il confronto tra Pontormo e Rosso Fiorentino, la ricostruzione nel decennale del sisma 2012, l’innovazione nel settore. Il 9 giugno lezione di Vittorio Sgarbi dal titolo «Il migliore restauro è la conoscenza».

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