Il racconto immersivo di Singh Soin all’Art Institute
Poesie, musica, video e sculture dell’artista angloindiana evocano una devastante operazione segreta della Cia e dell’intelligence indiana sulla cima più alta dell’Himalaya

Era il lontano ottobre 1965 quando un’improvvisa bufera di neve colpì la cima del Nanda Devi, la seconda vetta più alta al mondo. La montagna era la destinazione finale di una spedizione segreta organizzata dalla Cia e dall’Intelligence Bureau indiano. Scopo dell’operazione, installare un generatore termoelettrico alimentato a plutonio, in grado di intercettare eventuali test nucleari condotti dalla Cina.
Ma le condizioni atmosferiche erano troppo avverse per completare la missione. La squadra fu costretta ad abbandonare il dispositivo, insieme a una buona scorta di plutonio, sulla desolata cima himalayana. Quando la squadra tornò sulla vetta nel maggio dell’anno successivo, non vi era più traccia dell’equipaggiamento. La sua invisibile eppur devastante ricaduta radioattiva, tuttavia, perdura ancora oggi.
Questo inquietante aneddoto storico fa da prologo e ispirazione al progetto che l’artista e scrittrice angloindiana Himali Singh Soin ha concepito per l’Art Institute di Chicago. La mostra «Himali Singh Soin: Static Range», visitabile dal 10 dicembre al 15 maggio, si configura come un ambiente immersivo, in cui una costellazione di media diversi (poesia, musica, video, ceramica e opere tessili, oltre a un giardino terapeutico) tesse assieme storia e biografia, Guerra fredda e narrazione personale, come quella del padre di Soin che, nel 1978, immortalò in una fotografia la medesima montagna radioattiva, prima che diventasse la celebre immagine di un francobollo nazionale.
Comun denominatore dei lavori in mostra è il maestoso Nanda Devi: più che vetta inarrivabile, viene qui ritratto in tutta la sua vulnerabilità, vittima silente di violenza ecologica. Nelle parole di Soin, la montagna diviene sito di «speculazione e riflessione sulla cultura nucleare», nonché fulcro di un dibattito su temi e concetti disparati, quali «porosità e dispersione, tossicità e guarigione, catastrofe ambientale e post nazionalismo».