Il progetto di Giunti nell’ex Cinema Odeon dello Strozzino

Il dibattito si accende a Firenze sul progetto «plurifunzionale» che prevede una nuova libreria e bar ristorante nel cinema di Coppedè e Piacentini. Gli oppositori lanciano una petizione, mentre Giunti rassicura: «Al cinema aggiungeremo libri, musica e arte»

L'esterno del Cinema Odeon di Palazzo Strozzi progettato da Alfonso Coppedè e Marcello Piacentini
Laura Lombardi |

Sta suscitando preoccupazione a Firenze il progetto «Giunti Odeon» che prevede l’apertura, da parte del noto gruppo editoriale fiorentino, di una nuova libreria e di un bar ristorante nei locali dell’ex cinema di Palazzo Strozzi, gestito da tre generazioni dalla famiglia Germani. Il futuro dell’Odeon sarebbe una struttura plurifunzionale, il cui progetto è affidato allo studio Benaim, annunciata come una delle più grandi librerie al mondo, con «le arti mescolate insieme» e non in ambienti separati.

Fin qui nulla di così eccezionale dal momento che ormai sono molte le riconversioni a altre funzioni di edifici pur storici. Tuttavia nel caso del Cinema Odeon, realizzato nel palazzo quattrocentesco dello Strozzino da Alfonso Coppedè e Marcello Piacentini, e che conserva nella sua integrità la decorazione anni Trenta con sculture di Bernardo Marescalchi e Antonio Maraini, molti lamentano lo snaturarsi di una sala storica che da decenni aveva una funzione culturale ben precisa nella città.

Il Cinema Odeoninfatti, non solo ha ospitato attori e star internazionali, artisti e letterati in diverse manifestazioni, ma è stata anche la sede, tra il 2008 e il 2016, dei più importanti Festival di Cinema della città durante la «50 giorni di Cinema a Firenze», tra cui il festival internazionale «Lo schermo dell’arte».
L’interno del Cinema Odeon di Palazzo Strozzi progettato da Alfonso Coppedè e Marcello Piacentini
Quindi, al di là dei grandi nomi che salendo sul palco hanno sempre espresso la loro ammirazione per la bellezza dell’ambiente monumentale déco, l’Odeon, anche dopo il 2016 (col trasferimento dei Festival al Cinema Teatro della Compagnia), ha proseguito la sua attività, proponendo una bella programmazione di film, tra cui molti in lingua originale, con una soddisfacente risposta di quel pubblico che ancora crede nella visione in sala come «esperienza unica di percezione e di memoria», per dirla con Raymond Bellour. L’Odeon (che è comunque già dotato di un bar) è uno dei pochi cinema rimasti nel centro storico, ormai sempre più snaturato dal turismo. Basti pensare al destino, a pochi passi da lì, dell’ex cinema Gambrinus (anch’esso anni Trenta), trasformato nel 2011 in Hard Rock Café.

Chi oggi esprime preoccupazione sul progetto teme non solo che le strutture della sala, platea, galleria vengano ridimensionate e alterate (e per questo confidano nell’intervento della Soprintendenza), ma soprattutto che la natura di quel luogo muti nel prossimo futuro, divenendo di fatto un megastore, come altre librerie che distano poche centinaia di metri.

L’amministratore delegato del Gruppo Giunti, Martino Montanarini, rassicura su questo punto: «Con questo progetto intendiamo ampliare l’offerta culturale aggiungendo al cinema i libri soprattutto, ma anche la musica e l’arte. Desideriamo rendere l’Odeon uno spazio ancora più aperto alla città. Un luogo unico dove intendiamo sperimentare nuovi modi di avvicinare il pubblico alle culture». E Gloria Germani, direttrice del Cinema Odeon, precisando che la storia del cinema è strettamente intrecciata a quella della sua famiglia, aggiunge: «Siamo sicuri dell’assoluta positività di questa nuova sinergia con il gruppo fiorentino Giunti, che da 180 anni è sinonimo di qualità nel mondo del libro e della cultura».
L’interno del Cinema Odeon di Palazzo Strozzi progettato da Alfonso Coppedè e Marcello Piacentini
Eppure a Firenze le perplessità restano e la frase pronunciata da Hiroshi Sugimoto nel fotografare la sala alcuni anni fa («Faccio queste fotografie perché questi cinema straordinari un giorno rischieranno di non esistere più») risuona come un monito a seguire molto da vicino lo svolgersi degli eventi. In rete Leonardo Bigazzi ha appena caricato su Change.org una petizione di «Appello per il Cinema Odeon».

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