Il primo semestre delle case d’asta italiane | Finarte

Prime le auto, poi l'arte moderna e contemporanea. Poi libri, «luxury & fashion», fotografia e arte antica

A sinistra «Il trovatore», di Giorgio de Chirico; a destra, «Senza titolo», di Wifredo Lam
Michela Moro |  | Milano

La mappatura italiana delle case d’asta di «Il Giornale dell’Arte». Per questa stagione sono stati richiesti i dati semestrali a cinquanta «testate» cui han fatto seguito 27 risposte, cinque in più del 2018. Nella costante diversità di modus operandi e generi, la somma dei risultati, per quanto imperfetta, supera i 160 milioni di euro, con l’ovvia soddisfazione di chi ha incrementato i propri fatturati. Come sempre il dipartimento più attivo in quasi tutte le case d’aste è quello dell’arte moderna e contemporanea, ma a seguire si evincono le peculiarità di ognuno, considerando anche le diverse aree geografiche di provenienza. Bene gioielli, design, automotive. Il contributo esponenziale delle vendite online è ormai un fatto assodato. Ecco le voci dei protagonisti.

FINARTE
Fatturato primo semestre 2019: 11.827.217 euro

Top lot
1. Luca Pacioli, Summa de Arithmetica Geometria..., Venezia,
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