Il primo semestre delle case d’asta in Italia | Pananti

I risultati nel periodo della pandemia

Leoncillo, «Dattilografa», terracotta smaltata, 1950, aggiudicata a 75mila euro
Michela Moro |  | FIRENZE

Considerata la situazione dell’ultimo semestre, i risultati delle aste rimandano una fotografia ottimista: 93.436.615 euro sono una cifra di tutto rispetto, che somma i risultati delle 21 case d’asta che hanno fornito i propri dati. La rete ha fornito immediatamente un supporto valido, con continue migliorie, e tutte, indistintamente, le case d’asta hanno abbracciato i cambiamenti che la tecnologia ha offerto, mentre anche i collezionisti più restii si sono messi al passo con un futuro digitale.

L’interessante panorama che ne risulta racconta di un’Italia che ha ancora voglia di esplorare i mille mondi dell’arte in cui le passioni per il bello declinato sono sempre vive. Alcune case d’asta hanno deciso di affrontare un lockdown anche professionale, altre hanno preferito aspettare e vedere, altre ancora forniscono solo dati annuali. Nessuno ha mai cessato di lavorare e raccogliere lotti per le future aste. Tutti sono in attesa del ritorno alla fisicità e alle emozioni dal vivo.

Pananti ha totalizzato 2.750.000 euro con 19 aste, di cui 17 online. «Il mercato ha retto in questo periodo di grande sconvolgimento mondiale grazie alle aste online, ha dichiarato Filippo Pananti, direttore e amministratore unico.

C’è stato un grande incremento di vendite anche su lotti molto importanti, che ha permesso al mercato di non registrare grosse perdite e di aprire definitivamente questo canale. Abbiamo continuato solo aste online in attesa del periodo autunnale, quando riprenderemo con le aste tradizionali».

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