«Interno di studio di Canova», di Pompeo Calvi (particolare). Londra, Trinity Fine Art Ltd

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«Interno di studio di Canova», di Pompeo Calvi (particolare). Londra, Trinity Fine Art Ltd

Il potente Canova era amato dai potenti

La mostra al Museo Gypsotheca Antonio Canova è stata anche occasione per la Fondazione di realizzare il restauro dell’Apollino dei Musei Civici di Bologna a cura dell’Opificio delle Pietre Dure

Ammirato da nobili, pontefici e sovrani, tra i suoi committenti annoverava alcune delle persone più influenti del suo tempo. La mostra «Canova e il potere», che si apre al Museo Gypsotheca Antonio Canova fino al 4 settembre, mette in luce le relazioni tra arte e potere. Al centro, accanto a quella dell’artista la cui fama superò le corti d’Europa per approdare negli Stati Uniti, anche la figura di uno dei suoi più importanti collezionisti, Giovanni Battista Sommariva, che possedeva nove sue opere di cui cinque importanti marmi.

L’esposizione è suddivisa in tre sezioni. La prima è dedicata ai rapporti che Canova ebbe con i massimi rappresentanti del mondo politico, culturale ed economico lombardo, tra i quali Napoleone. Nella seconda emerge la figura di Sommariva. «Era stato al comando di Napoleone, poi caduto in disgrazia, spiega Moira Mascotto, direttrice del Museo Canova e curatrice della mostra insieme a Elena Catra. Con l’ingente fortuna accumulata raccolse una prestigiosa collezione di opere antiche e a lui contemporanee che comprendeva quelle dei più grandi maestri della pittura, con Hayez, Prud’hon, David, e di scultura, con Thorvaldsen e Canova, alcune delle quali qui riunite».

Nella terza sezione si aprono focus sulla storia delle sculture canoviane della collezione Sommaruga attraverso opere e documenti. «Del Palamede, ad esempio, si racconta la vicenda che lo vide crollare a terra rischiando di uccidere lo stesso artista e rimanendo lei stessa danneggiata, continua la curatrice. Del gesso della “Maddalena penitente” si propone l’associazione con un dipinto di Boilly che lo ritrae quando fu esposto al Salon del 1808 dove divise la critica per le sue patine, suscitando scalpore».

La mostra è stata anche occasione per la Fondazione Canova di realizzare, come nei suoi principali obiettivi, il restauro dell’Apollino dei Musei Civici di Bologna a cura dell’Opificio delle Pietre Dure, esposto per la prima volta al pubblico. In catalogo (edito dal Museo Canova) i contributi di Vittorio Sgarbi, Fernando Mazzocca, Luigi Mascilli Migliorini, Elena Lissoni e Maria Angela Previtera, Daniela Gallo, Clario Di Fabio, Antonella Mampieri, Giuseppe Amoruso e l’Opificio delle Pietre Dure.

«Interno di studio di Canova», di Pompeo Calvi (particolare). Londra, Trinity Fine Art Ltd

Camilla Bertoni, 27 marzo 2023 | © Riproduzione riservata

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Il potente Canova era amato dai potenti | Camilla Bertoni

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