Il morto pentito
Caro Luccardini,
A caldo faccio due considerazioni, la prima riguarda le due casse. Come da ampia letteratura mortuaria le casse sono fatte per essere portate via al più presto. Anche quelle per il vino. Queste invece sono casse stabili, fatte per rimanere lì. Però nel salotto buono non metterei la cassa dello zio con la scritta il «morto pentito». La seconda riguarda il dibattito suscitato da questo oggetto. Cito una frase: «Si tratta di un’opera a metà strada tra architettura e arte plastica, perché ben riconducibile alle modalità espressive e agli intenti del movimento Pop». Per cominciare non ho ben chiaro cosa si intenda per architettura: le Piramidi o il Beaubourg? Forse si voleva solo dire che l’oggetto appartiene all’architettura con l’A maiuscola. Poi vorrei capire che cosa si intende per arte plastica: Michelangelo o il marito di Cicciolina? Sicuramente non di plastica ma di arte. Peccato, perché
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