Redazione GDA
Leggi i suoi articoli«Prima trovo, poi cerco». La frase di Picasso svetta sulla pagina bianca, dopo il frontespizio, con il peso specifico di un vaticino. In cerca di Dora Maar è una biografia sui generis, avvincente e sorprendente, che cavalca un ritrovamento fortuito per tratteggiare l’identikit di una grande artista del Novecento, ricordata troppo spesso unicamente come musa e amante del padre del Cubismo.
L’autrice, Brigitte Benkemoun, scrittrice e giornalista franco-algerina, con un sesto senso per l’enigma, ordina un taccuino su eBay. Il marito, T.D., ha smarrito l’inseparabile agendina di Hermès, non più in produzione e lei, avvezza ai ritrovamenti delle cose di lui, riesce a rimpiazzarla con un articolo della sezione «Piccola pelletteria vintage».
Sarà l’objet trouvé che dà il la a una storia da romanzo, complice una rubrica rimasta dalle origini tra le pieghe del notes in pelle, senza nome del proprietario, ma datata: 1951. Tra le voci in elenco, membri del cenacolo surrealista e molte firme della cultura del ’900. Aragon, Braque, Leonor Fini, Signac, Tzara. Una Benkemoun emozionata mette in marcia l’indole da detective, incrocia dati, testimonianze, notizie, e voilà: Dora Maar. La rubrica, non c’è dubbio, era sua, ed è una fotografia del suo mondo: strati di amicizie e conoscenze accumulati negli anni. Balthus, Brassaï, l’idraulico Bidance, il salone di bellezza Boudinot. I nomi danno forma ai capitoli del libro, tessere preziose di un puzzle che restituisce stralci di vita. E non c’è voce che in qualche modo non riporti al prima e al dopo con Picasso, al legame passionale e distruttivo che trascinò Dora nella depressione, fino all’elettroshock.
Come per una sorta di damnatio memoriae nel 1951 (la relazione tra i due era finita da 6 anni) il genio spagnolo nell’elenco non c’è. Ma, sottotraccia, resta il coprotagonista del racconto. Presenza indelebile nei giorni e nelle notti di Dora Maar.
In cerca di Dora Maar
di Brigitte Benkemoun, 202 pp., Skira, Milano 2023, € 22
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