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Nicola Pirulli
Leggi i suoi articoliSi celebra l’1 e il 2 ottobre la quarta edizione delle Giornate dei Musei ecclesiastici, che hanno per tema lo «scambio»: fra prestiti reciproci di opere, confronti progettuali, dialoghi e laboratori, i musei soci hanno accolto gratuitamente (o con biglietto ridotto) i visitatori, proponendo mostre, visite guidate, conferenze, musica, teatro.
Il 26 ottobre il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini firmerà un accordo con l’Amei (Associazione Musei Ecclesiastici Italiani) che, nata nel 1996, oggi riunisce e coordina oltre 200 musei ecclesiastici. Duplice l’obiettivo dell’intesa: da un lato dare riconoscimento a questa categoria di istituzioni, spesso ignorata o accorpata con altri musei di tipologia varia sia da parte degli studiosi sia nei provvedimenti (ultimo proprio la Riforma Franceschini) emanati in ambito culturale; dall’altro favorirne l’integrazione nel sistema museale nazionale, comprendendola nei programmi di tutela, promozione e valorizzazione, e chiedendone, nel contempo, un progressivo adeguamento agli standard di qualità nazionali e internazionali. Funzionale a tale proposito saranno l’aggiornamento e l’implementazione del database dell’anagrafica dei musei ecclesiastici (già esistente), facendolo confluire nella banca dati del Mibact.
Distribuiti su tutto il territorio nazionale (si va dal Museo Diocesano Tridentino, a Trento, a quelli di Catania o Monreale, in Sicilia), i musei ecclesiastici sono spesso ospitati in edifici e monumenti di notevole valore artistico e custodiscono collezioni di arte sacra, raccolte di arte contemporanea, beni archeologici e demoetnoantropologici.
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