Il Macba paralizza l’ampliamento

Il museo annuncia che ridefinirà il progetto a causa dell’aumento dei prezzi, ma hanno influito anche le proteste cittadine. «Il modello di crescita non è corretto» afferma l’architetto Santiago Cirugeda, invitato a intervenire sulla piazza

Un render del progetto di ampliamento del Macba Un render del progetto di ampliamento del Macba
Roberta Bosco |  | Barcellona

Dopo alcuni mesi di impasse, dovuti sia all’aumento dei prezzi causato dalla guerra in Ucraina che alle proteste delle associazioni di quartiere, il Museo d’Arte Contemporanea di Barcellona ha bloccato il progetto di ampliamento. Anche se non è la marcia indietro richiesta dai cittadini, la decisione di riadeguare il calendario e il budget di esecuzione lascia sperare in una soluzione più consona alla crisi economica e all’emergenza ecologica.

L’ampliamento era stato incaricato alla joint venture temporanea tra i catalani Harquitectes e gli svizzeri Christ & Gantenbein, vincitori del concorso pubblico indetto dal Comune con un progetto che colonizzava lo spazio della piazza dels Angels con una faraonica galleria transitabile, tutta di vetro, che avrebbe unito i diversi edifici che formano il Museo: la costruzione principale di Richard Meier, La Capella (destinata a mostre e progetti speciali, ma da sempre sottoutilizzata), il Convent dels Àngels e l’edificio del Centro Studi e Documentazione.

Sebbene il Consorzio che governa il Macba formato da Comune, Generalitat (governo autonomo), Ministero della Cultura e Fondazione Macba, abbia assicurato che il progetto proseguirà senza la ricerca di spazi alternativi, le voci più critiche si moltiplicano. Una delle più autorevoli è quella dell’architetto e urbanista Santiago Cirugeda (Siviglia, 1971), invitato dalla direttrice Elvira Dyangani Ose (che fu nominata alcuni mesi dopo l’annuncio dell’ampliamento) a creare un «Giardino ambulante» dedicato ai progetti comunitari del quartiere.

«È legittimo che il Macba voglia crescere, ma non deve farlo nella piazza dels Angels. Non dobbiamo più costruire nello spazio pubblico per la sostenibilità e per il rispetto degli abitanti. È una questione di buon senso, a maggior ragione in un quartiere denso e povero come il Raval» ha dichiarato a «Il Giornale dell’Arte» Santiago Cirugeda, che nel 2003 a Siviglia aprì lo studio Recetas urbanas, noto per i programmi di mediazione sociale tra cittadini e istituzioni, le azioni sovversive nello spazio pubblico e i progetti tra arte, architettura e compromesso politico e sociale come quello presentato all’ultima documenta.
Un render del progetto di ampliamento del Macba
«Il modello di crescita non è corretto. Il Macba ha sempre avuto una relazione conflittuale con la città e imporre questo ampliamento significherebbe ripetere lo stesso errore. Noi stiamo cercando di eliminare lo stigma, di risanare la frattura tra il museo e i cittadini» continua l’architetto, che all’interno del Convent dels Angels ha allestito un multispazio per accogliere riunioni, workshop e altre attività ludiche e pedagogiche proposte da vari collettivi.

A maggio, a partire dagli input ricevuti, inizierà a intervenire sulla piazza con pergolati, zone verdi e aree destinate a diversi gruppi sociali: bambini, anziani e naturalmente gli skater che arrivano da tutta Europa per volteggiare sulla rampa del Macba. «È un esperimento. In autunno, a seconda del risultato, decideremo se continuerà o se servirà da suggerimento per altre azioni. La decisione dovrebbe essere della comunità, afferma Cirugeda, convinto innanzitutto della necessità di riorganizzare gli spazi esistenti. Anche se l’ampliamento prevede 3mila metri quadrati, alla fine si guadagnerebbero solo mille metri di spazio espositivo».

L’intervento, preventivato 11 milioni di euro, avrebbe dovuto aumentare lo spazio per la collezione permanente, ma sono in molti a metterne in dubbio la necessità, considerato anche che il primo allestimento della collezione dell’attuale direttrice durerà, seppure con qualche cambio puntuale, fino alla fine del 2024, cioè ben 2 anni. «È normale che un progetto che vince un concorso non venga realizzato se cambiano le condizioni» insiste Cirugeda, ma il Consorzio ripete che l’ampliamento non è in discussione e che gli architetti stanno razionalizzando i costi, mentre la direzione del museo studia come approfittare al massimo gli spazi attuali.

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