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Francesca Romana Morelli
Leggi i suoi articoliFino al 23 gennaio Francesca Antonini propone «Obscurities- Uncertainties. Disturbing narratives», una collettiva che riunisce una trentina di disegni di Guglielmo Castelli, Allison Hawkins e Peter Martensen. L’intento, scrive il curatore Lóránd Hegyi, è di lasciare emergere dalle loro carte «un certo tipo di attrazione irresistibile, vitale ed emotiva verso ciò che è oscuro, irrazionale, strano e inesplicabile nelle poetiche narrative del disegno».
Castelli (1987) ha iniziato giovanissimo a dedicarsi all’arte, lavorando con matite e carta. I suoi soggetti, più spesso figure, appaiono in bilico tra mistero e indeterminatezza. Nel pastello a olio «Coca Cola Light» (2015), delinea con apparente semplicità una figura maschile a mezzobusto, con gli occhi chiusi e priva della bocca. Il danese Martensen (1953) si dedica con assiduità al disegno, in un serrato dialogo con la sua produzione pittorica.
«Untitled» (2013), un acquarello monocromo rinforzato delicatamente dal tratto della matita, raffigura alcune persone sedute intorno a una casa in miniatura, che ha impilate sul tetto altre due case più piccole.
La statunitense Allison Hawkins (1978) nei suoi lavori impiega grafite, matita colorata, acquarello, inchiostro e carboncino. Crea così scene enigmatiche, rappresentazioni del profondo, come in «The catcher» (2011).
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