Il Gaudenzio dimenticato perché troppo in alto

Due sere per vedere, dopo il restauro e a distanza ravvicinata, l’ovale con «Dio Padre circondato da quattro angeli» prima che torni sulla controfacciata della Chiesa Prepositurale di Saronno

«Dio Padre circondato da quattro angeli» (1540-45 ca) di Gaudenzio Ferrari
Ada Masoero |  | Saronno (Va)

Posto com’era a grande altezza sulla controfacciata della Chiesa Prepositurale dei Santi Pietro e Paolo, il dipinto ovale di Gaudenzio Ferrari «Dio Padre circondato da quattro angeli» (163,5x218,5 cm) era stato dimenticato per quasi un secolo da quando, nel 1925-26, Mauro Pellicioli (dopo gli interventi di poco precedenti dei fratelli Annoni e di Luigi Cavenaghi) aveva cercato di porre rimedio ai danni prodotti dalla deformazione delle cinque tavole di cui era composto.

Il grande restauratore non ricorse al trasporto su tela su tela, operazione da lui poco amata che però si rese necessaria nel 1930-31 senza che comunque si sanassero del tutto i guasti. Al nuovo restauro appena concluso promosso dall’architetto Carlo Mariani ha provveduto, sotto la sorveglianza della Soprintendenza lombarda (Benedetta Chiesi, Sonia Segimiro), il Centro Restauro La Venaria Reale nell’ambito del bando «Tesori Nascosti» della Fondazione Comunitaria del Varesotto.
Radiografia dell’angelo di sinistra che evidenzia il ripensamento di Gaudenzio nel dipingere gli occhi. Nella versione finale l’angelo guarda l’osservatore
Prima di tornare nella sua sede vertiginosa, il dipinto del 1540-45 circa è ora esposto nel Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno, velato ma visibile da vicino grazie alle visite guidate (nelle sere del 15 e 22 giugno) dell’Associazione Cantastorie, nel progetto «In Dialogo». L’opera è presentata accanto alla decorazione pittorica della cupola, opera di Gaudenzio, e a quella scultorea, realizzata Andrea da Corbetta su progetto di Gaudenzio: un insieme che rappresenta uno dei suoi capolavori, avviato nel 1534-35 anni dopo la grandiosa avventura del Sacro Monte di Varallo.

Del dipinto in questione poco si sa: il formato stesso forse non è quello originale, avendo alcuni studiosi ipotizzato che si tratti della parte superiore della pala dell’altare maggiore della Chiesa di Santa Maria Assunta, che sorgeva là dove, alla fine del XVIII secolo, fu eretta l’attuale Prepositurale. La composizione con «Dio Padre e gli angeli» (come rilevano Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa nella scheda nel catalogo della mostra «Tesori nascosti» del Castello di Masnago, dove è stata recentemente esposta) normalmente coronala scena dell’Assunzione ed è possibile che di ciò si trattasse anche in questo caso. Il restauro ha provveduto alla pulitura graduale e selettiva dell’opera e alla rimozione delle ridipinture degli ultimi interventi, salvo alcuni frammenti di Pellicioli che aveva colmato aree perdute della materia originale. E il dipinto, risanato, ha riacquistato la sua ricca cromia originaria.

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