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Il Cristo di Erasmo

È il cinquecentenario del suo Nuovo Testamento in greco   

«Cristo come Salvator Mundi» (1500 ca) di anonimo, Basilea, Kunstmuseum. Courtesy Kunstmuseum BaselDesiderius Erasmus (1466-1536) fu uno degli intellettuali politicamente e teologicamente più influenti del periodo della Riforma. Nato a Rotterdam, la sua conoscenza del latino fu la strada che gli permise di trovare l’Umanesimo. Ordinato sacerdote nel 1492, la sua nomina a segretario del vescovo di Cambrai lo esentò dai tradizionali limiti della vita religiosa, consentendogli di studiare alle università di Parigi, Lovanio e Torino. In seguito divenne amico di molti personaggi pubblici inglesi, in particolare Tommaso Moro.

Nonostante la sua totale lealtà alla Chiesa cattolica, le sue critiche degli abusi ecclesiastici e il rifiuto della tradizione scolastica gli attirarono una tale ostilità che fu costretto a trasferirsi a Basilea, dove poteva esprimersi più liberamente. Qui, nel 1516, Erasmo pubblico il Nuovo Testamento in greco (per consentire il confronto con la Vulgata latina, la traduzione ampiamente utilizzata tradotta dal greco).

In occasione del cinquecentesimo anniversario di quest’opera, il Kunstmuseum di Basilea organizza dal 10 settembre all’8 gennaio la mostra «Archeologia della salvezza: l’immagine di Cristo nel XV e XVI secolo», che riunisce un centinaio di opere. I curatori del museo Bodo Brinkmann e Katharina Georgi, sottolineano l’occasione con rappresentazioni dei Cristo tardomedievali e dell’inizio dell’epoca moderna provenienti dal mondo visivo in cui viveva il filosofo: in mostra figura anche un dittico di un anonimo artista svizzero o della Germania del Sud che ritrae «Cristo come Salvator Mundi» e si ritiene basato su un’opera di Jan o Hubert van Eyck. Capolavoro della mostra è però «Il corpo di Cristo morto nel sepolcro» (1520-22) di Hans Holbein il Giovane, che colpisce per le sembianze naturalistiche del Cristo.

L’edizione di Erasmo del Nuovo Testamento in greco, celebre per l’accuratezza della traduzione, fu stampata molte volte e fino alla fine del XIX secolo fu nota come Textus Receptus, testo normativo. Divenne la base delle traduzioni vernacolari di Martin Lutero, William Tyndale e degli autori della versione della Bibbia di re Giacomo.

Donald Lee, 06 settembre 2016 | © Riproduzione riservata

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Il Cristo di Erasmo | Donald Lee

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