Il consuntivo 2021 di 9 case d’asta estere

Sotheby’s mantiene il primato (7,3 miliardi), mentre Christie’s e Phillips aprono nuove sedi a Hong Kong. Gli Nft sono la grande novità milionaria dell’anno e il segmento Luxury continua la sua ascesa

Un particolare di «Femme assise près d’une fenêtre (Marie-Thérèse)» (1932) aggiudicato per 103,4 milioni di dollari da Christie’s Un particolare dell’acquarello di Hergé (Georges Remi) per l’album «Les Aventures de Tintin reporter en Extrême Orient, Le Lotus Bleu» (1936) venduto per 3,2 milioni di euro da Artcurial
Michela Moro |

I rapporti annuali delle case d’asta internazionali condividono molti denominatori: l’incremento delle vendite, lo sviluppo delle aste in livestreaming e online, l’espansione dei mercati, la crescita del segmento Luxury (gioielli, orologi, borsette e vino), le nuove tipologie di clienti, l’aumento delle private sales, l’esplosione del fenomeno Nft; non solo, ma l’espansione in Asia per i tre big internazionali corrisponde alla creazione di nuove prestigiose sedi a Hong Kong per Christie’s e Phillips.

Il 2021 è quindi stato un anno eccezionale sotto molti punti di vista: la globalità della pandemia ha accelerato la globalizzazione di cambiamenti che forse tutti attendevano e che producono uno scenario molto più fluido e intercambiabile, sia dal punto di vista della clientela sia dell’offerta. Basta guardare i primi cinque top lot mondiali: al primo posto Pablo Picasso con «Femme assise près d’une fenêtre (Marie-Thérèse)» (1932) aggiudicato per 103,4 milioni di dollari da Christie’s, pari al 131% di aumento rispetto all’ultima vendita nel 2013. Sempre da Christie’s, segue Jean-Michel Basquiat con «In This Case» (1983), di proprietà di Giancarlo Giammetti, aggiudicato per 93,1 milioni. Sandro Botticelli, con il «Ritratto di giovane con medaglione» (1480 ca), che da Sotheby’s tocca i 92,1 milioni, venduto dall’immobiliarista Sheldon Solow che lo aveva acquistato per circa un milione nel 1982, quando fu solo attribuito a Botticelli. «No. 7» (1951) di Mark Rothko è stato aggiudicato a un cliente asiatico di Sotheby’s per 82,5 milioni, mentre «Le Nez» (1947) di Alberto Giacometti, ancora da Sotheby’s, è andato per 78,4 milioni al cripto-miliardario 31enne Justin Sun, fondatore della piattaforma di criptovaluta Tron, e ora viene assimilato digitalmente per andare «in vista» al suo Museo Virtuale Apenft. A questi si aggiungono i ripetuti exploit multimilionari degli Ntf e, solo per fare un esempio, le sneaker più costose mai vendute: Kanye West 2008 «Grammy worn» Nike Air Yeezy, per 1,8 milioni.

Un anno da record
Sotheby’s è anche quest’anno al primo posto con un totale dichiarato di 7,3 miliardi di dollari e tocca il totale più alto nei 277 anni di storia della società, con il 71% in più rispetto al 2020 e il 26% in più rispetto al 2019, mentre i clienti rispondono a un’esperienza digitale e fisica senza soluzione di continuità; le nuove categorie hanno attirato un pubblico più ampio di partecipanti di cui il 44% è nuovo per Sotheby’s. Nel contempo la casa d’aste ha ampliato le sue capacità digitali: le oltre 200mila offerte piazzate online rappresentano il 92% delle offerte totali, mentre le vendite online hanno realizzato un record di 800 milioni. Tra i risultati degni di nota alla base di questi esiti storici vi sono una serie di nuovi punti di riferimento: un anno record in Asia, un anno record per le vendite globali di Arte moderna e contemporanea (vendite per 4,3 miliardi tra aste e vendite private), e un anno record per il lusso (è stato superato il miliardo, pari a +78% rispetto al 2020) con orologi, vini e liquori, design, libri e manoscritti che hanno raggiunto tutti i massimi storici per i totali d’asta annuali.

Inoltre, l’arrivo di nuove categorie come lo streetwear e gli Nft hanno ulteriormente ampliato la fascia demografica di collezionisti. La crescita della ricchezza corrisponde all’aumento della domanda di artisti emergenti, poiché i collezionisti scoprono nuovi talenti oltre ad acquisire opere blue chip che si vendono a nuovi massimi. Le vendite di Old Master hanno realizzato il più alto totale annuale in un decennio, con Botticelli che ha ottenuto il prezzo più alto mai raggiunto per un dipinto antico da Sotheby’s. Tra i molti momenti salienti in un’annata così densa, sono da menzionare l’asta più preziosa mai organizzata da un singolo proprietario, ossia la prima tranche della collezione Macklowe che ha totalizzato 676 milioni; la leggendaria collezione della filantropa e collezionista John L. Marion che ha superato i 150 milioni; quella di Dorothée Lalanne, figlia del famoso duo di artisti, con 94,3 milioni, e la vendita «guanti bianchi» di 11 Picasso della collezione MGM al Bellagio di Las Vegas per 109 milioni. Insomma un anno da ricordare, tant’è che la dichiarazione di Charles F. Stewart, amministratore delegato di Sotheby’s è stringata: «La nostra impareggiabile esperienza e la nostra mentalità innovativa hanno portato a risultati straordinari in tutte le categorie e regioni e hanno stabilito nuovi punti di riferimento per la vendita di arte e lusso».

Espansione asiatica
Christie’s dichiara 7,1 miliardi di dollari con una crescita del 54% rispetto al 2020 e +22% rispetto al 2019. È il totale più alto degli ultimi cinque anni, ripartito tra aste (5,4 miliardi) e vendite private (1,7 miliardi, pari a un aumento del 12% rispetto al 2020, 108% rispetto al 2019 con quattro opere vendute privatamente sopra i 50 milioni di dollari). Il totale di venduto per asta tocca il record storico dell’87%. Quasi la metà delle aste di Christie’s ormai si svolge online, in aumento del 43% con un valore medio del lotto di circa 23.400 dollari contro i 6.100 del 2016. Circa due terzi dei nuovi clienti del 2021, +35%, tra i quali molti millennial, dipendono dalle vendite online con il settore Luxury come migliore «reclutatore». I clienti provengono dalle Americhe (35%), da Emea - Europa, Medio Oriente e Africa (34%) e dall’Asia (31%).

Nell’autunno 2021 hanno visto una stagione record le vendite a Hong Kong, dove nel 2024 aprirà il nuovo quartier generale The Henderson di Zaha Hadid Architecs, mentre Christie’s Shanghai si trasferisce al Bund One nel marzo 2022. Oltre alle due opere d’arte di maggior valore vendute all’asta lo scorso anno, il monumentale Picasso aggiudicato per 103,4 milioni e «In This Case» di Basquiat per 93,1 milioni, Christie’s a novembre ha registrato anche la vendita della Collezione Cox, una delle più grandi di arte impressionista offerte all’asta, con tre opere di Van Gogh, per 332 milioni. Gli Old Master hanno stabilito un nuovo record mondiale per un disegno di Leonardo da Vinci con la «Testa di orso» battuta a 12,2 milioni. Le aste di lusso hanno totalizzato 736,1 milioni, con un aumento del 73% rispetto, e le vendite private hanno avuto un anno eccezionale, con la domanda online di gioielli che è aumentata del 101%.

Con questi numeri risulta quasi sottotono la dichiarazione dell’amministratore delegato Guillaume Cerutti: «Al di là dei nostri risultati d’asta e di vendite private, che sono eccezionali, nel 2021 Christie’s ha anche fatto un passo avanti in nuovi formati e categorie di vendita, Nft in particolare, mettendo in mostra opere di nuovi artisti emergenti e sottorappresentati, e raggiungendo clienti più giovani. Abbiamo anche fatto grandi progressi in altre priorità, con importanti investimenti in Asia e con i nostri impegni a diventare carbon net zero entro il 2030, e a costruire e sostenere un profilo più equo e diversificato per la nostra azienda».

Phillips di New York registra un totale di 1,2 miliardi di dollari e divide il risultato tra vendite all’asta (993,3 milioni) e vendite private (208,2 milioni), con un aumento generale del 32% rispetto al 2019. I totali venduti solo online sono aumentati del 417% dal 2019 e del 68% dal 2020, segnando un anno record per il canale e anche il 50% dei lotti nelle aste dal vivo sono stati venduti ad acquirenti online. I 172,5 milioni della vendita serale di Arte del XX secolo e contemporanea del 18 novembre 2021 rappresentano il totale più alto nella storia della società per le aste del settore, mentre il top lot dell’anno è «Pope with Owlz» (1958 ca) di Francis Bacon, venduto a 33 milioni. A ciò si aggiungono gli eccellenti risultati con gli Nft e il costante successo in Asia, tanto che cinque dei primi dieci top lot venduti da Phillips nel 2021 sono andati a collezionisti asiatici sottolineando i risultati di Hong Kong che hanno realizzato oltre 270 milioni di dollari, quasi il doppio dell’anno precedente.

In autunno Phillips aprirà la sua nuova sede nel vivace West Kowloon Cultural District di Hong Kong. Stephen Brooks, amministratore delegato, commenta così: «Il 2021 si è dimostrato un anno storico per Phillips. Per la prima volta nei 225 anni di storia dell’azienda, abbiamo superato il miliardo di dollari di vendite, raggiungendo al contempo uno straordinario tasso di vendita del 91%. Le nostre sei categorie di aste hanno raggiunto nuovi traguardi, molte delle quali hanno avuto i loro anni di maggior successo di sempre, e anche le vendite private hanno superato nettamente i livelli pre pandemici».

Leadership cinese
L’anglosassone Bonhams è una delle storiche casa d’asta, fondata nel 1793, con la sede principale a Londra e una rete internazionale in 25 Paesi, tra i quali l’Italia, trattando arte, antiquariato, automobili e gioielli. Quest’anno dichiara, con 408 vendite all’incanto, di aver superato gli 800 milioni di dollari. In Europa raccoglie un totale di 70,3 milioni di dollari e stabilisce la leadership europea per il dipartimento di Arte cinese. Il direttore di Bonhams per l’Europa, Patrick Masson, dichiara: «L’anno passato è stato uno dei più straordinari nella storia di Bonhams. Ci siamo espansi a livello globale, aprendo il nostro salone a Parigi nel settembre 2021 e acquisendo Bukowskis, la prima casa d’aste nella Regione Nordica (Svezia e Finlandia). Il nostro risultato di vendita ha superato gli 800 milioni di dollari, con più del doppio del numero di persone che si sono registrate per partecipare alle nostre aste rispetto alle vendite tenute nel 2020. Tra i nostri successi c’è stata la vendita dell’opera di Picasso del 1937, “Femme au Béret Mauve”, un ritratto della sua musa Marie-Thérèse Walter, che ha raggiunto i 10,9 milioni di dollari nella nostra sala di New York».

I primi vent’anni
Artcurial da Parigi, prima tra le case europee, dichiara 169 milioni di euro raccolti con 104 aste, di cui 26 online. Forse dall’approccio più eclettico e contemporaneo di altre case d’asta, raccoglie le percentuali delle vendite in quattro macrogruppi: 48% per l’Arte del XX e XXI secolo; 21% per Motorcars; 18% Lusso e 13% Belle Arti, cui afferiscono 78 collezioni private battute; 59 record d’asta; 7 lotti venduti oltre il milione di euro, e 26 lotti oltre i 500mila.
I top lot rispecchiano le linee della casa: l’acquarello di Hergé (Georges Remi) per l’album «Les Aventures de Tintin reporter en Extrême Orient, Le Lotus Bleu» del 1936 è stato venduto per 3,2 milioni di euro, record in Europa per un’opera originale a fumetti. Le vendite di rilievo includono un olio su tela di Mikhaïl Larionov, una lampada disegnata da Dalí per Jean-Michel Frank, un Soulages e un ritratto del Dalai Lama realizzato con 225 cubi di Rubik su plexiglas.

«Abbiamo conseguito molti prezzi record e consolidato la nostra posizione, come uno dei principali player sul mercato europeo,commenta il ceo Nicolas Orlowski. Nel 2022 Artcurial celebra il suo 20mo anniversario con un percorso inusuale che ci ha permesso di stabilire la posizione privilegiata che oggi abbiamo». Si aggiunge Martin Guesnet, direttore Europa: «Parigi continua a giocare un ruolo fondamentale nel mercato dell’arte internazionale. In questo mercato estendibile, Artcurial detiene una posizione leader in Europa con presenze stabili in Belgio, Germania, Italia, Austria e Spagna e molto presto anche in Svizzera».

Il primato dell’arte italiana
La viennese Dorotheum, forse la più grande casa d’aste dell’area di lingua tedesca, e leader in Europa centrale, descrive il 2021 come il miglior anno per l’Arte moderna nonché nella storia della casa d’aste. Tradizionalmente Dorotheum non fornisce dati sul totale delle proprie vendite, anche se per Dun&Bradstreet, agenzia specializzata nella fornitura d’informazioni economiche, il volume di affari si aggira sui 104,51 milioni di dollari. La presenza digitale si è rivelata una grande risorsa: oltre il 50% in più di offerte tramite live bidding rispetto al 2020. Il settore dell’Arte moderna è stato particolarmente degno di nota, raggiungendo il miglior risultato complessivo nella storia di Dorotheum.

I 1.031.930 euro per la monumentale opera di Albin Egger-Lienz «Totentanz 1809» (1916) hanno segnato un record per un’opera dell’artista all’asta di giugno. Prezzi ben oltre le aspettative si sono registrati, tra gli altri, anche per opere di André Derain e Fernand Léger. Il dipinto di grande formato di Maria Lassnig «Gli animali selvatici sono in via di estinzione» (1980) ha trovato un nuovo proprietario per 1,367 milioni: è il prezzo più alto mai raggiunto in un’asta di arte contemporanea austriaca. Molto apprezzate le opere di Georges Mathieu, Kenny Scharf, Alighiero Boetti e Piero Dorazio, e in generale tutta l’arte italiana. Tra i dipinti dell’Ottocento, una bella veduta di Venezia di Luigi Querena ha raggiunto il record mondiale di 528mila euro. Grande richiesta per i dipinti antichi; un’immagine di santo, opera di Peter Paul Rubens e bottega, è stata venduta per 548.219 euro.

Alessandro Rizzi, specialista per l’Arte moderna e contemporanea, dichiara: «L’arte italiana, sia nel comparto dell’Arte moderna sia per l’Arte contemporanea, si è confermata motore trainante delle nostre aste, con vendite dinamiche e attenzione da parte di compratori sia italiani sia internazionali. La nostra percezione è che l’arte italiana sia sempre di più oggetto di un collezionismo europeo e internazionale che non si limita ai “soliti” nomi più noti e storicamente ricercati (Morandi e de Chirico per il moderno; Fontana, Burri, Manzoni per il contemporaneo), ma si sta via via focalizzando anche su opere significative di artisti che fino a qualche anno fa erano quasi unicamente prerogativa di un pubblico italiano. Il mercato attualmente si sta rivelando molto dinamico e le opere di qualità vengono premiate con risultati notevoli: a titolo di esempio posso citare la vendita dell’opera di Nicola De Maria, un artista che negli ultimi anni aveva un po’ sofferto quotazioni in ribasso ma che, con un’opera piacevole e significativa, ha visto un’aggiudicazione di pregio».

Importanti affidamenti dall’Italia
Lempertz, con sede a Colonia, dichiara un totale annuo di 50,5 milioni di euro, ottenuto attraverso 26 aste, di cui 6 solo online. Isabel Apiarius-Hanstein, coproprietaria di Lempertz commenta così i risultati: «Il 2021 è stato un anno notevole da molti punti di vista, che riflettono una forte crescita del nostro fatturato. A livello globale la pandemia e i suoi effetti economici hanno causato un crescente interesse per l’arte come asset class. Inoltre, c’è stato anche un emergere di nuove tendenze come gli Nft che creano un potenziale per il nostro settore negli anni a venire. Uno sviluppo molto positivo è stato impresso dalla domanda di arte di alta qualità in tutti i nostri dipartimenti, e riscontriamo il grande successo del nostro team di Milano, grazie al quale abbiamo ricevuto grandi affidamenti dall’Italia. Anche in questo inizio del 2022 abbiamo già pronti importanti lotti per la nostra stagione primaverile». Top lot della casa d’aste sono stati la «Sculpture éponge bleue sans titre (SE 328)» (1959 ca) di Yves Klein, che con i suoi 1.220.000 euro ha segnato il record di prezzo per la Germania, l’olio su tela «Linien Nr. 31» (1985) di Zdeněk Sýkora, battuto a 1.052.000 euro, e la brocca e bacino in argento dorato cesellato di Jean-Baptiste-François Chéret (1770), per 1,1 milioni.

Parigi raddoppia
Tajan opera a Parigi da più di trent’anni, esitando circa 60 aste l’anno, con più di venti specialità, tra cui Arti decorative del XX secolo, Design, Scultura 1850-1950, Gioielli e Orologi, Arte contemporanea, Dipinti e Disegni antichi, Haute Epoque e Ceramica, Arte orientale. Per il 2021, molto sinteticamente, dichiara un risultato annuo di 46,2 milioni di euro contro i 25,4 milioni del 2020, conseguiti anche grazie ai due top lot: il dipinto «La fontana» di Jean-Siméon Chardin, venduto per 7.110.000 euro, e «Untitled (Man and Woman)» (1947-48 ca) di Willem de Kooning, venduto in collaborazione con Christie’s Francia per 5.596.500 euro.

Sempre a Parigi opera Piasa, che per il 2021 dichiara un totale di 43 milioni di euro, realizzati con 61 aste, di cui 3 milioni di euro provengono dalle vendite organizzate a Bruxelles. Questi risultati sono superiori del 65% rispetto al 2020, del 43% rispetto al 2019, e possono essere suddivisi tra i dipartimenti di Design (30,6 milioni), Arte moderna e contemporanea (9,4 milioni), Gioielli, orologi, lusso e moda (2,3 milioni) e altri reparti (700mila). Le vendite online rappresentano 590mila euro del risultato totale. Marie Filippi e Frédéric Chambre, della direzione generale di Piasa, commentano: «L’anno 2021 conferma gli ottimi risultati per la strategia che Piasa sta attuando da anni attraverso una maggiore visibilità internazionale. Accanto ai nostri dipartimenti principali, il Design e l’Arte moderna e contemporanea, abbiamo rafforzato, con l’arrivo di nuovi specialisti, dipartimenti come Gioielli, Editoria e Arte africana contemporanea, le cui vendite, con ottimi risultati, hanno contribuito al successo della nostra casa quest’anno». Tra i top lot, la collana «Hephaïstos» (2010) con due file di 136 sfere di rubino di Birmania firmata Van Cleef & Arpels venduta per 753mila euro e l’acquarello e pastello su pannello «Lilette tra i filodendri» (2009) di Sam Szafran, battuto a 224.490 euro.

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