Il colpo grosso dell’Albertina: la collezione Essl

Il direttore Klaus Albrecht Schröder spiega perché è andata meglio che con la collezione Leopold

Flavia Foradini |  | Vienna

Non è andata come con la collezione di Rudolf Leopold. La collezione privata Essl (cinquemila opere d’arte dal 1945 a oggi, di cui circa tremila dei più quotati artisti austriaci) non è stata salvata dallo Stato. Quando la catena di supermercati del fai da te, di proprietà della famiglia austriaca Essl, era giunta sull’orlo del fallimento per via di una vasta, infruttuosa espansione nell’Est e nel Sud Europa, la proposta allo Stato austriaco di rilevare la pregevole collezione, per salvarla dalla richieste dei creditori, era stata declinata nella primavera del 2014 «per mancanza di risorse». Una risposta che riecheggiava quella del ministro Elisabeth Gehrer allorché nel 2006 si trattò di decidere l’acquisto dei dipinti di Klimt, conservati al Belvedere ma da restituire alla famiglia Bloch-Bauer.

Questa volta si è trovato tuttavia un compratore austriaco. La collezione Essl, il cui valore
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