Il colonnello spiega come proteggere l’arte in vendita

Strumenti di legge e buone pratiche per un mercato dell’arte sicuro e trasparente nel libro di Silvio Mele

Il tenente colonnello Silvio Mele, comandante del Nucleo dei Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale di Torino dal 2016
Arabella Cifani |

Il volume del tenente colonnello e comandante del Nucleo dei Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale di Torino Silvio Mele è uno di quei testi che gli esperti del settore dovrebbero tenere sempre a portata di mano per fugare ogni tipo di dubbio circa gli aspetti giuridici, investigativi, di acquisto e ricettazione, di eventuale falsità dei reperti.

Colonnello Mele, perché ha deciso di scrivere questo libro?
La protezione del patrimonio culturale si deve conseguire attraverso una progressiva, corale e differenziata serie di azioni di tutela. Questa progressività inizia dalla sensibilizzazione sul valore culturale dei beni e prosegue verso un sistema organico di protezione fino a giungere alla tutela penale, ultima frontiera della tutela del patrimonio culturale. Ora, a fronte di una vasta letteratura che affronta gli aspetti culturali, educativi e criminali di settore, ho ritenuto che vi fosse necessità di affrontare la tematica anche da un punto di vista preventivo, con particolare riguardo al controllo del mercato antiquariale e d’arte. Il testo intende fornire un primo contributo in questo campo in modo da alimentare il dibattito e chiarire le problematiche.

Quali sono le principali problematiche di gestione e di pubblica sicurezza nel commercio delle opere d’arte in Italia?
Nella legislazione di pubblica sicurezza la tutela del patrimonio culturale attraverso il controllo del mercato è un tema relativamente recente. Le fonti normative sono piuttosto datate e, in assenza di una moderna codificazione, il tema è stato variamente affrontato e sviluppato attraverso numerosi interventi interpretativi. Maggiore chiarezza s’incontra nella gestione dei beni culturali in senso tecnico, ossia per quelli previsti ed elencati dal Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, ma ancora molto ritengo si debba fare per chiarire le norme sulla circolazione delle opere d’arte in generale che non rientrano nelle categorie del Codice.

Il suo libro si direbbe destinato a divenire un manuale pratico. Era il suo scopo?
Sì. L’intento è manualistico e pragmatico e intende contribuire allo sviluppo dei temi inerenti al controllo della documentazione di origine e provenienza delle opere antiquariali e d’arte. Il tema fondamentale è la normativa che disciplina il tracciamento dei beni antiquariali inteso quale narrazione che ricostruisce la filiera possessoria dell’opera e ne delinea le vicende storiche, a tutto beneficio della trasparenza del mercato. Lo scopo di questo lavoro è dunque di offrire agli operatori commerciali specializzati, agli operatori di polizia e a tutti coloro che intendono dedicarsi al commercio di questi beni, una panoramica generale dell’impianto normativo sul commercio d’arte.

Quali sono i beni culturali commerciabili senza alcun problema?
Il bene culturale dev’essere considerato per la sua importanza culturale ancor prima che per la sua valenza economica. Non esistono categorie di beni esenti da possibili problematiche.

Non le pare che in Italia vi sia una prevenzione per il commercio dei beni artistici di carattere più filosofico e politico che pratico? Come se il mercante d’arte fosse sempre colpevole.
Il pregiudizio è sempre figlio dell’ignoranza. Al contrario, ritengo che la figura del mercante d’arte, al pari dell’antiquario o dell’esperto di settore, nel contesto di una tutela organica del patrimonio culturale, costituisca la prima ineludibile linea di difesa. Peraltro, l’obiettivo principale del professionista serio e coscienzioso non è la massimizzazione del profitto nella compravendita dell’opera d’arte ma il mantenimento e incremento dei rapporti economici con i clienti. Questo obiettivo può essere perseguito solo attraverso l’affidabilità della sua consulenza e il supporto fornito al cliente nella scelta dell’opera. Dunque, è il primo beneficiario di un mercato chiaro e trasparente.

Lei si occupa ad altissimo livello del problema dei beni culturali e della tutela del patrimonio culturale e del contrasto all’esportazione clandestina. Attualmente su che cosa sta lavorando?
A fine aprile concluderò un lungo periodo in Iraq nell’ambito della missione europea di consulenza alla riforma della sicurezza di questo Paese. Quella in Iraq (Euam Iraq) è l’unica missione europea con un consulente dell’autorità nazionale sulla protezione dei beni culturali e questa posizione è da anni ricoperta da personale italiano, segnatamente da militari del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale che, va detto, è l’unico corpo militare di polizia specializzato, da oltre cinquant’anni, nella tutela del patrimonio culturale. Non vi sono organizzazioni simili nel mondo. L’Italia peraltro ha una lunga tradizione di collaborazione culturale con questo territorio tanto nell’indagine archeologica quanto nel supporto ai maggiori musei nazionali.


La protezione del patrimonio culturale dalle aggressioni criminali. Il controllo commerciale e il tracciamento dei beni antiquariali e d’arte,
di Silvio Mele, 176 pp., Laurus Robuffo, Roma 2022, € 32

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