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Melania Lunazzi
Leggi i suoi articoliContinua a crescere il cantiere di archeologia fluviale del progetto Anaxum (cfr. n. 328, feb. ’13, p. 24) così intitolato dal nome romano del Fiume Stella, antico e importante asse idroviario che intersecava la via Annia e l’area endolagunare compresa tra Aquileia e Ravenna. Le ricognizioni subacquee effettuate tra il 2011 e il 2014, condotte sotto la supervisione dell’Università degli Studi di Udine e della Soprintendenza Archeologica insieme con diversi enti di ricerca nazionali e internazionali, hanno riportato alla luce in questi anni circa 3,2 tonnellate di materiale archeologico in un sito che di fatto è l’unico caso di cantiere fluviale in Italia.
Oltre all’individuazione di due relitti di imbarcazioni, il primo di epoca romana e il secondo dell’XI secolo (quest’ultimo ai primi di ottobre è stato inserito in una struttura metallica e poi in una vasca di contenimento in attesa di restauro ed esposizione permanente), gli scavi hanno portato alla luce, oltre a vari laterizi d’epoca, anche qualche pezzo di pregio, come il giogo di bilancia a bracci uguali in bronzo dorato con le tacche da semioncia per beni preziosi e significative ceramiche d’importazione.
Il progetto Anaxum aspira a diventare un importante punto di riferimento per la ricerca archeologica fluviale internazionale e un proficuo cantiere-studio per gli studenti. Ma soprattutto, grazie all’appoggio di diverse realtà del territorio che la finanziano, come la Provincia di Udine che ha donato al progetto altri 50mila euro, un futuro polo di attrazione museale che indaghi tutto ciò che deve al fiume la propria ragione di esistere, sui fondali e nelle aree adiacenti.
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