Il bis del soprintendente

Stefano Miliani |  | Ancona

«L’archeologia è fatta di scelte. Negli scavi non tutto va conservato e mostrato. È bene lasciare a vista solo ciò che è valorizzabile e comprensibile perché la manutenzione costa molto; già fatichiamo a conservare in modo decente quello che abbiamo».

A pronunciarsi così è Luigi Malnati che, dallo scorso autunno, è tornato a coprire un incarico già avuto in passato: quello di soprintendente per i Beni archeologici delle Marche. Nato nel 1953, con un vasto curriculum che lo ha visto direttore generale per le antichità al ministero, soprintendente in Veneto, in Emilia-Romagna, ad interim in Lombardia, non gli dispiacerebbe concludere la carriera nella terra marchigiana. Della riorganizzazione del ministero non parla: «Dico solo che abbiamo avuto troppe riforme con il personale che è invecchiato».



Dottor Malnati, in autunno la stampa aveva paventato il rischio che i musei archeologici delle Marche
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