Il Belvedere è la casa dell’arte

Completato nel 1723, l’edificio voluto da Eugenio di Savoia festeggia il tricentenario della costruzione

«Il principe Eugenio di Savoia come generale» (1725-30) di Johann Gottfried Auerbach. © Belvedere, Vienna. Foto Johannes Stoll
Flavia Foradini |  | Vienna

È una mostra storico artistica quella che si immerge nella storia del Belvedere in occasione del tricentenario della sua costruzione, completata nel 1723 su progetto di Johann Lucas von Hildebrandt. Il suo iniziatore era stato Eugenio di Savoia, leggendario condottiero che aveva sconfitto i Turchi, ricacciandoli da Vienna, e raffinato collezionista. Dal 2 dicembre al 7 gennaio 2024 nella Limonaia la mostra «Il Belvedere. Luogo d’arte da 300 anni» ripercorre le vicende della dimora, dando risalto al suo ruolo in quanto museo aperto gratuitamente al pubblico dal 1777.

L’anno precedente Maria Teresa, che aveva acquistato il palazzo nel 1756, decise assieme al figlio Giuseppe II di trasferirvi le collezioni d’arte imperiali, ormai troppe ingenti per trovare spazio nelle residenze ufficiali: «Un aspetto innovativo fu di esporre le opere in accordo con gli insegnamenti illuministi, secondo movimenti e scuole artistiche», spiega il cocuratore Georg Lechner, che indica nell’«Allegoria» di Vinzenz Fischer del 1781 un’opera cardine della mostra, visto che tematizza il trasferimento al Belvedere delle collezioni di corte: «Qui Fischer mostra la dea Minerva che indica a Giuseppe II il Belvedere Superiore, mentre un gruppo di putti trasporta le opere nella nuova dimora».

Fra le opere più pregevoli esposte è anche «Un piccolo pescatore» di Friedrich von Amerling: «Nel 1827 l’imperatore Francesco I ordinò di destinare a opere contemporanee i fondi dedicati agli acquisti di corte, e da allora si optò per opere di giovani esposte nelle mostre dell’Accademia di Belle Arti. L’opera di Amerling venne acquisita nell’anno stesso della sua creazione, il 1830», conclude Lechner. La mostra illumina anche le spoliazioni naziste che videro il Belvedere collaboratore attivo, così come il capitolo restituzioni nel dopoguerra.

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