Il battagliero Camillo

Per il 200mo anniversario della nascita di d’Errico un'esposizione a lui dedicata nell'omonima pinacoteca

Maestro di Palazzo San Gervasio, «Natura morta in posa con frutta, verdura, fiori e colomba in volo»
Fiorella Fiore |

Il 2021 è un anno importante per la Pinacoteca Camillo d’Errico (ne è conservatore Mario Saluzzi). Ricorre infatti il bicentenario della nascita di Camillo d’Errico, nato a Palazzo San Gervasio nel 1821 e morto nel 1897, di cui l’Ente promuove la figura e il patrimonio.

D’Errico può essere definito il più importante collezionista della Basilicata e tra i più autorevoli del Meridione: il corposo patrimonio raccolto in vita (quasi cinquemila volumi di pregio, circa cinquecento stampe e poco più di trecento dipinti conservati oggi a Matera, a Palazzo Lanfranchi) viene valorizzato dal 2010, grazie all’accordo istituzionale tra Ente Morale, Polo Museale della Basilicata e Comune di Palazzo San Gervasio.

Oltre alle opere più note della collezione esposte a Palazzo Lanfranchi, nel Museo Nazionale di Matera (come la «Natura morta in posa con frutta, verdura, fiori e colomba in volo» del Maestro di Palazzo San Gervasio, o la «Maddalena» di Massimo Stanzione), ogni anno vengono organizzate mostre temporanee che danno la possibilità di vedere opere meno conosciute conservate nei depositi, approfondendo un tema sempre diverso (dai notturni alle nature morte, dal paesaggio ai ritratti); sono allestite nei locali della Pinacoteca con sede nell’antico palazzo, situato su un crocevia della via Appia, dove d’Errico incontrava i più importanti intellettuali dell’epoca.

Per celebrare questo anniversario, oltre all’emissione di un francobollo con annullo filatelico, approvato dal Ministero per lo Sviluppo Economico e stampato in 300mila esemplari dal Poligrafico dello Stato, è stata inaugurata la mostra «Sogna il guerrier le schiere. Per le battaglie di Camillo d’Errico», a cura di Mauro Vincenzo Fontana e Annamaria Mauro (catalogo Edizioni Giannatelli).

«La mostra, spiega il curatore Fontana, vuole aprire un nuovo spazio di riflessione su un pezzo della collezione meno conosciuto, il genere delle battaglie; Camillo d’Errico conservò oltre 30 dipinti a tema di artisti di spicco della scena artistica napoletana, opere che non sono mai state studiate in modo organico. In questa circostanza proponiamo un abbinamento tra alcuni pezzi più conosciuti, come la tela di Francesco Solimena “Orazio Coclite” e la “Magnificenza di Scipione” di Fedele Fischetti, con dipinti meno esplorati e in cerca di una prima attribuzione dopo gli studi effettuati solo in alcuni saggi di Lucio Galante sulla collezione d’Errico tra il 1992 e il 2000». L’Ente morale continua con rigore scientifico quel cammino intrapreso da Camillo d’Errico, convinto del valore sociale e di sviluppo per la comunità dato dalla cultura.

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