Ibridizzarci di Oriente
Correva l’anno 1479 quando il conquistatore di Costantinopoli, il sultano Mehemet II, contravvenendo ai dettami dell’Islam che sconsigliavano la riproduzione di fattezze umane, volle commissionare, riferisce Vasari, un suo ritratto a un artista veneziano. Il «Maometto II» di Giovanni Bellini, ora alla National Gallery di Londra, è testimonianza tra le più conosciute di un mondo di contaminazioni invece tanto capillare e poco esplorato, su cui un recente volume di Olschki getta luce nuova. Incontri di civiltà nel Mediterraneo raccoglie, a cura di Alireza Naser Eslami, nove saggi che sembrano dar corpo a un’osservazione di Salvatore Settis, originariamente rivolta al mondo classico, che il curatore parafrasa nella sua introduzione: gli artisti del Rinascimento «non furono indaffarati a fondare la coscienza dell’Europa moderna per distinzione dall’Oriente, ma anzi nell’Oriente si mossero con gioia e
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