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Lo statere d’oro di Panticapeo raffigurante il volto di un satiro (340 a.C.-325 a.C. circa) venduto da Numismatica Ars Classica di Zurigo per 5,39 milioni di franchi svizzeri

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Lo statere d’oro di Panticapeo raffigurante il volto di un satiro (340 a.C.-325 a.C. circa) venduto da Numismatica Ars Classica di Zurigo per 5,39 milioni di franchi svizzeri

I record in asta della settimana

La moneta greca di Panticapeo e la spada indiana di Fateh Ali Tipu sorprendono il mercato

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Redazione GDA

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Uno statere doro è stato venduto all’asta Numismatica Ars Classica di Zurigo per 5,39 milioni di franchi svizzeri (tasse incluse) lo scorso 25 maggio, stabilendo un record per la moneta antica più costosa venduta all’asta. La moneta, proveniente dall’antica Grecia raffigura la testa di satiro su un lato e un grifone che tiene in bocca una lancia sull’altro.

La particolarità della moneta è nella scelta insolita del disegno, la testa del satiro è mostrata in una posa di tre quarti piuttosto che nella più comune posizione di profilo, tipica di stateri simili: si pensa che sia uno dei soli tre esemplari del suo genere e l’unico non appartenente a una collezione museale. Godfrey Locker Lampson, politico britannico dei primi del Novecento e noto collezionista di monete greche antiche, scrisse una volta sul disegno di questo esemplare: «La testa del satiro è una meraviglia della ritrattistica parlante. Chi non l’avesse vista non avrebbe creduto che tanta espressività potesse essere racchiusa in un tondo così piccolo».

La moneta d’oro è stata realizzata nel IV secolo a.C. nell’antica città greca di Panticapeo, parte del Regno del Bosforo e il satiro sulla moneta potrebbe essere un riferimento al re spartano Satiro I, che governò lo Stato greco-scita dal 432 a.C. al 389 a.C. Il grifone, invece, rappresenta i mitici guardiani dei giacimenti d’oro trovati nelle montagne della Scizia.

Lo statere è appartenuto fino ai primi anni Trenta alla collezione del Museo statale dell’Ermitage di San Pietroburgo, quando il museo vendette molti dei suoi tesori per raccogliere fondi per il governo sovietico, quando l’Ermitage vendette anche dipinti come «La Madonna di Alba» di Raffaello (1511 circa) e «L’Annunciazione» di Jan van Eyck (1434-36), che andarono a costituire la collezione permanente della National Gallery of Art di Washington.

Mentre lo statere conquista il record di moneta antica più costosa, il record per le monete vendute in asta lo detiene un esemplare d’oro di 20 dollari a doppia aquila del 1933, aggiudicato a 18,9 milioni di dollari da Sotheby’s nel 2021.

«L'intera asta ha realizzato prezzi eccezionalmente alti per un totale di oltre 21 milioni di franchi svizzeri, superando di gran lunga la stima di 11», afferma Arturo Russo, condirettore di Numismatica Ars Classica, «segno che l’intero mercato della numismatica sta fiorendo, ed è particolarmente florido per le antichità in questo momento».
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Una spada indiana del XVIII secolo saccheggiata dalle truppe britanniche nel 1799 è stata venduta all’asta Bonhams a Londra il 23 maggio per 14,1 milioni di sterline (tasse incluse), un prezzo che rappresenta un record per un oggetto islamico e indiano.

La spada, lunga un metro e con l’elsa decorata e intarsiata con calligrafie in oro, apparteneva a Fateh Ali Tipu (1751-99). Conosciuto anche come la Tigre di Mysore, fu il sovrano musulmano di un regno nell’India meridionale e condusse diverse battaglie contro la Compagnia delle Indie Orientali. Creata da spadaccini Mughul e nota come spada da camera, l’arma fu portata via dal palazzo di Fateh Ali Tipu a Seringapatam dalle truppe della Compagnia delle Indie Orientali che avevano sconfitto il suo esercito, quando Fateh Ali Tipu fu ucciso in battaglia.

La spada fu consegnata come trofeo al Maggiore Generale David Baird dall’esercito britannico vittorioso «in segno di alta stima per il suo coraggio e la sua condotta nell’assalto da lui comandato e nel quale Fateh Ali Tipu fu ucciso», come recita un’iscrizione aggiunta alla lama d’acciaio della spada, rimasta alla famiglia Baird fino al 2003, quando è stata venduta all’asta da Dix Noonan Webb (ora Noonans) a Londra per 150mila sterline. «La spada ha una storia straordinaria, una provenienza sorprendente e un’abilità artigianale senza pari», afferma Nima Sagharchi, responsabile di Bonhams per l’arte islamica e indiana. «Non è stata una sorpresa che sia stata contesa in modo così acceso tra due offerenti telefonici e un offerente in sala».

Nel 2021, il governo britannico aveva vietato temporaneamente l’esportazione di un’impugnatura a testa di tigre dal trono di Fateh Ali Tipu, saccheggiato dopo la stessa sconfitta, definendolo «un importante oggetto simbolico della storia anglo-indiana degli ultimi anni del XVIII secolo». La mossa fu criticata all’epoca dai commentatori che sottolinearono come la testa di tigre, così come la spada, fosse entrata in Gran Bretagna come bottino di guerra.

Spada indiana del XVIII secolo venduta all’asta Bonhams a Londra il 23 maggio per 14,1 milioni di sterline

Redazione GDA, 26 maggio 2023 | © Riproduzione riservata

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