I rami di Morandi

Federico Castelli Gattinara |

Mentre la bella antologica su Giorgio Morandi curata da Maria Cristina Bandera al Vittoriano volge al termine (chiude il 21 giugno, cfr. n. 350, feb. ’15, p. 25), l’Istituto Centrale per la Grafica rilancia con un affondo sulla sua attività di incisore, tecnica che Morandi insegnò all’Accademia di Belle Arti di Bologna dal 1930 al 1956, di cui fu uno straordinario maestro, anzi «professore» come preferiva essere chiamato, e che gli valse nel 1953 il Gran Premio per l’Incisione alla II Biennale di San Paolo del Brasile. La mostra, curata da Fabio Fiorani e Ginevra Mariani, presenta stampe, matrici, un suo prezioso taccuino ricco di annotazioni e disegni, la ricostruzione del suo studio di via Fondazza a Bologna attraverso le foto del conterraneo Luigi Ghirri, che nel 1992 dedicò un volume proprio all’Atelier Morandi, seguito nel 2005 da un secondo intitolato Il senso delle cose. L’Istituto
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